Insieme per una nuova primavera: etiche per il Bene Comune

“Insieme per una nuova primavera: etiche per il BeneComune – per intraprendere insieme un percorso di miglioramento della qualità di cura e di vita di tutti, luogo di beni relazionali, nella casa comune – un appello a un’identità nazionale e culturale.”

Sotto l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo e con il Patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali il 12 aprile a Roma, si è svolto l’evento, “Insieme per una nuova primavera: etiche per il BeneComune – per intraprendere insieme un percorso di miglioramento della qualità di cura e di vita di tutti, luogo di beni relazionali, nella casa comune – un appello a un’identità nazionale e culturale.”

Il convegno è stato organizzato dall’Associazione FareRete InnovAzione BeneComune APS in una fase storica segnata da venti di guerra e da ingiustizie globali senza precedenti, ha voluto lanciare un manifesto rivoluzionario, che mira a ridisegnare il tessuto della società basandosi su etica, responsabilità e partecipazione attiva: Il Libro Bianco per la costruzione del Manifesto dei Diritti e dei Doveri del Bene Comune: Laboratorio di Dialogo e Azione per il Bene Comune”.

Nel corso dell’evento è stato presentato il Libro Bianco e il Manifesto dei Diritti e dei Doveri del BeneComune – Laboratorio di Dialogo e Azione per il Bene Comune come punto di svolta per la sostenibilità, ripartendo dalla relazione: un nuovo modo di vivere e relazionarci che non può essere ridotto a un organo né tantomeno, a soluzioni tecnico-economiche; Il convegno ha voluto  rispondere a queste sfide non solo con soluzioni tecnico-economiche, ma mettendo in discussione le basi stesse della crescita, riconoscendo che ogni forma di vita è interconnessa.

Si è voluto espandere il tempo di decisioni comunitarie, di piccole e grandi scelte controcorrente, capaci di modificare la quotidianità delle persone e la vita di un quartiere: le abitudini negli acquisti, la cura del creato, l’inclusione degli invisibili o degli emarginati; ripensare gli stili di vita; considerare la salute come Bene Comune, darsi il tempo per verificare la propria presenza nel territorio e con il  proprio contributo renderlo migliore;  la PERSONA UMANA  deve essere trattata come “UNICA” con le sue aspettative, le sue speranze e le sue paure.

“Per me e per tutta l’Associazione FareRete InnovAzione BeneComune APS è stata una grande soddisfazione vedere condivisa e accolta, anche con entusiasmo, da tutti i relatori intervenuti, la nostra proposta che ha l’ambizione di rivoluzionare dalle fondamenta l’approccio ad un nuovo Modello di Sviluppo”. Ha dichiarato Rosapia Farese, Presidente dell’Associazione organizzatrice. “Abbiamo avuto la conferma che il manifesto, da noi reso pubblico, non è un’utopia, ma la concretissima possibilità di un’inversione di rotta, sensibilizzando e orientando da qui in poi tutte le scelte nella direzione da noi auspicata. Cambiare il paradigma di Modello di Sviluppo è fondamentale, non solo per il rispetto che si deve avere per la dignità della persona, ma anche per la sostenibilità complessiva del sistema pubblico, che versa in uno stato di evidente e crescente difficoltà. Il paradigma, che proponiamo, può incidere non solo sulla qualità e sull’accessibilità del Bene Comune, soprattutto in ambito Salute- Benessere, Lavoro, Ambiente, e educazione/formazione, ma anche sulla loro maggiore economicità. Quello che mi ha colpito e favorevolmente impressionato è stata la convergenza di tutte le idee e le opinioni, espresse a vario titolo nel libro Bianco e nel Manifesto. Questo, per me significa che esiste la possibilità concreta di creare un movimento di opinione, destinato ad avere un impatto dirompente sulla messa in pratica del nuovo modello, che è alla base del nostro manifesto”.

Il Libro Bianco vuole offrire una panoramica compatta e completa contenente proposte per l’azione mettendo in evidenza gli obiettivi principali e la visione dell’Associazione FareRete InnovAzione BeneComune APS, fornendo alle Istituzioni e a tutti i lettori, le informazioni chiave per comprendere l’importanza e l’attualità del Bene Comune, che emerge come una visione audace e innovativa per reinventare il nostro futuro collettivo.

Il Manifesto propone una serie di azioni concrete per promuovere il bene comune, tra cui:

  • Rafforzamento della Connettività Sociale: Incentivare la creazione di reti comunitarie che favoriscano lo scambio di conoscenze e risorse, superando le barriere geografiche e sociali;
  • Educazione e Formazione Continua: implementare programmi di educazione accessibili a tutti, mirati allo sviluppo di competenze digitali e alla promozione della cittadinanza attiva;
  • Sostenibilità Ambientale: Integrare pratiche sostenibili in tutti gli aspetti della vita quotidiana e delle politiche pubbliche, per garantire la salvaguardia del pianeta per le generazioni future;
  • Inclusione e Giustizia Sociale: Lavorare contro le disuguaglianze, promuovendo politiche e iniziative che assicurino equità e accesso alle opportunità per tutti.

Il manifesto non è solo una chiamata alla riflessione, ma un invito all’azione per individui, organizzazioni e governi.

Si tratta di un progetto ambizioso che richiede un impegno condiviso verso la realizzazione di un futuro in cui il progresso tecnologico e il benessere umano avanzano di pari passo, guidati dai principi di solidarietà, equità e responsabilità condivisa.

L’appello finale del documento è per un’azione collettiva.

Il Libro Bianco e il Manifesto del Bene Comune a questo link:

Alcuni abstract dei relatori, in ordine alfabetico

Anna Rita Cosso, Presidente Nazionale Cittadinanzattiva

Attivismo civico e Partecipazione per il Bene Comune per una nuova Economia e una nuova Socialità, sulla base dell’esperienza ultradecennale di Cittadinanzattiva

Basandosi su una vasta serie di ricerche psicologiche, la New Economics Foundation nel 2008 ha evidenziato cinque semplici azioni che si sono dimostrate in grado di portare benessere: connettersi alle persone intorno a noi, essere attivi fisicamente, informarsi sul mondo, apprendere nuove abilità e dare agli altri. Partendo da questo tipo di analisi risulta evidente come la visione dell’egoismo come tratto distintivo dell’essere umano che serve a far funzionare i mercati e l’intera società, non sia assolutamente sufficiente. Infatti oltre a curare i nostri interessi, cosa che certamente ognuno di noi fa, ci occupiamo anche degli altri; il nostro essere sociale non è semplicemente uno stato d’animo, ma è una consapevolezza probabilmente insita nel nostro codice genetico che solo condividendo e contraccambiando possiamo aumentare le possibilità di sopravvivenza del nostro gruppo. Mai come adesso questa affermazione risulta essenziale, di fronte a quella che Papa Francesco definisce la “Guerra Mondiale a pezzi”, o di fronte alla tragedia del cambiamento climatico che spinge sempre di più i popoli a spostarsi da luoghi man mano più aridi, deserti e inospitali. Nessuno si salva da solo, infatti. L’attivismo civico è la risposta.

Anna Rita CossoDal 1978 fondatrice in Umbria e attivista dell’Associazione Cittadinanzattiva APS nel campo della tutela dei diritti di cittadinanza e della partecipazione civica in ambiti quali la sanità, il consumerismo, lo sviluppo sostenibile, l’innovazione sociale, la legalità e la lotta alla corruzione. Ha partecipato nel 1980 alla fondazione del Tribunale per i diritti del malato ed ha partecipato alla prima stesura della Carta dei diritti del malato in Umbria. In Cittadinanzattiva riveste dal 2022 l’incarico di Presidente Nazionale.

Alberto Mantovani, Vicepresidente Centro Studi KOS – Scienza Arte Società già Dirigente di ricerca all’ Istituto Superiore di Sanità, esperto allo sviluppo degli approcci One Health

One Health: una nuova visione, un nuovo approccio

breve abstract: La One Health (OH) è un approccio concettuale ed operativo ai problemi complessi che coinvolgono la salute umana, quella degli altri organismi viventi (piante e animali) e gli ecosistemi. Ad esempio, la visione della sicurezza alimentare “dai campi alla tavola” -il flusso che parte da piante e animali sino a come gli alimenti vengono consumati- può legittimamente considerarsi un concetto OH ante litteram, soprattutto se comprende anche le ricadute ecotossicologiche e più in generale ambientali dei processi agroalimentari. La componente ambientale è stata per anni il “pilastro dimenticato” della OH; il suo ruolo cruciale è messo in evidenza da fenomeni globali che richiedono necessariamente un approccio OH. Esempi purtroppo drammatici sono: i cambiamenti climatici, con le ricadute sui rischi da inquinamento e da malattie infettive; l’antibiotico-resistenza, con preoccupanti e talora sottovalutati serbatoi ambientali; la diffusione insidiosa e pervasiva di contaminanti persistenti, come i PFAS, nelle filiere alimentari; l’alterazione degli ecosistemi che porta ad inediti contatti fra gli esseri umani e gli altri animali e, quindi, a emergenti o ei-emergenti rischi epidemici.

La grande sfida è ora quella di rendere lo OH un approccio concretamente operativo: formulare le politiche sanitarie utilizzando l’approccio OH; stabilire e rendere operative, con adeguate risorse umane e materiali, strutture interdisciplinari che aiutino a indirizzare l’azione per la salute -intesa come ben-essere fisico, psicologico e di comunità- includendo tutte le competenze necessarie; utilizzare a pieno, integrandole, le raccolte di informazioni nei vari settori (salute umana, salute animale, ambiente, alimenti); nuovi approcci alla progettualità scientifica, che stimolino le iniziative inter- e trans-disciplinari; puntare sulle nuove generazioni, attraverso una formazione che aiuti a superare i compartimenti stagni.

Alberto Mantovani (M, 1956), medico veterinario, già dirigente di ricerca all’Istituto Suoeriore di Sanità, pensionato dal marzo 2023. Mi sono sempre occupato di valutazione del rischio tossicologico e -negli ultimi anni- dello sviluppo della One Health come approccio innovativo. Attualmente sono membro del Technical Advisory Group for One Health di WHO-Europee e del Comitato Nazionale Sicurezza Alimentare, esperto di EFSA sulla tossicologia e vice-presidente del Centro Studi KOS – Scienza Arte Società.

Maria Giulia Marini, Direttore Scientifico e dell’Innovazione di Fondazione ISTUD

La vita nelle organizzazioni sanitarie

breve abstract: È per fare luce e chiarezza sulla vita dentro le organizzazioni sanitarie che ISTUD Sanità e Salute ha progettato e realizzato la ricerca quantitativa e narrativa per valutare il rischio di burn out. La ricerca si è svolta tra dicembre 2023 e gennaio 2024: hanno partecipato 176 persone, di età media di 52 anni.

Il Nord ha risposto con un 65.9%, il Centro al 19.1 % e il Sud al 15.8%. Il 73.9% delle risposte narrative e quantitative provengono da donne, il 25.5% da uomini, lo 0.6% scrive altro. I dati della WHO 2019, indicano che in Italia il 70% delle professioni di cura è effettuato da donne, Per le professioni sanitarie, il 44.4% è medic*, il 43.3% è infermier*, mentre il restante 12.3 % è composto da psicolog*, fisioterapsist*, logopedist*, e altre figure che operano in sanità.

Dai risultati emerge che il rischio di Depersonalizzazione, ovvero il trattare il paziente come un oggetto con assenza di empatia, è proprio una ipotesi quasi nulla; l’Esaurimento Emozionale non deriva quasi mai dalle domande correlate con i pazienti, il cui rischio è basso, ma dal sistema, che dà un carico di lavoro talvolta disumano.

La Realizzazione risulta ambivalente in quanto composta dalla realizzazione di sé attraverso la maturazione delle proprie competenze, e dall’assenza di riconoscimento altrui: Il rischio di burn consiste nel tema della frustrazione per assenza di gratitudine dal management (e non dai pazienti e colleghi).

Il test del burn out di Maslach disegnato nell’1981 fa vedere quanta strada hanno fatto i professionisti sanitari abbracciando la necessità di essere empatici, compassionevoli senza fatica, imparando ad accogliere le emozioni dei pazienti e facendone un loro punto di forza, non più di debolezza. L’attitudine dei partecipanti ci fa capire quanto, una volta abbracciata la volontà di professare la cura, questa diventi parte identitaria della persona, epi-geneticamente trasforma il suo DNA. I temi dell’attenzione, della centralità del paziente, della compassione, dell’inclusione sono qui sul tavolo, e in grande sviluppo nel 2024.

Maria Giulia Marini Epidemiologa e Counselor. Innovating Scientific Director presso l’Area Sanità e Salute di ISTUD. Trentacinque anni al servizio della salute e della sanità. Ha maturato competenze sull’organizzazione dei sistemi sanitari, la revisione dei percorsi assistenziali, la ricerca sugli indicatori, il risk management e la governance sociosanitaria. Si occupa di favorire l’integrazione tra discipline umanistiche e scientifiche per l’umanizzazione delle cure, di dare ai pazienti e cittadini una sanità più coerente con i loro veri bisogni di salute. È conferenziere e autore di un centinaio di pubblicazioni nazionali e internazionali. Ha pubblicato con il Sole 24 Ore due volumi: “Le organizzazioni aperte in Sanità” -2006- e “Le organizzazioni evolute in sanità” – 2010, per Lupetti “Medicina Narrativa per una Sanità Sostenibile”- 2012, per Springer “Narrative Medicine: bridging the gap between clinical evidence and medical humanities” nel 2015 e nel 2019 “The languages of care in narrative medicine”. È autrice delle voci di Empatia e Medicina Narrativa per l’Enciclopedia Treccani ed è stata nel 2016 revisore per la World Health Organization Europe del documento “Narrative research for the health care system”. È presidente e fondatore dal 2020 di EUNAMES, European Narrative Medicine Society. Coordina per Springer la collana “New Paradigms in Health Care” e ambassador per l’Istituto Superiore di Sanità delle iniziative di SCIENZA PARTECIPATA.

Donatella Pecori e Flora Ricci Barbini

L’Autopoiesi dell’Embrione Spirituale in h. sapiens

breve abstract: Maria Montessori, nella sua Teoria Biologica, delineò tre piani della crescita autocostruttiva del cucciolo di H.sapiens: a) fisico b) psichico e c) spirituale partendo ogni volta dalla condizione embrionale verso l’assetto dell’organismo adulto. L’autocostruzione si vedrebbe attraverso un piano autoregolato di crescita che produce uno sviluppo del bambino per assorbimento dell’ambiente e un successivo adattamento dell’organismo. Questa procedura forgia il fisico, lo psichico e lo spirituale contemporaneamente, dove si intenda “lo spirito che si fa carne” ossia regole di vita e di relazione appaiono entrare nel corpo, nella mente e nel comportamento del bambino (Montessori, La Mente del Bambino p. 66)

Abbiamo potuto studiare in ambiente montessoriano lo sviluppo dell’embrione spirituale attraverso la progressiva e spontanea comparsa di comportamenti etici di due gruppi di bambini presi da 2 a 11 anni di età: dal 1990-1994 un gruppo di bambini cresciuti presso la Scuola Montessori del Tuscolano (Roma) della Signorina Flaminia Guidi (Pecori D. Gli Esploratori dell’Universo. Giunti 1993) e dal 2017-2023 un gruppo di bambini cresciuti presso il Giardino di Pierino Montessori di Firenze, capostipite dei Laboratori B.E.L.L. Bambini Etologia Laboratori LongitudinaliC, standardizzati nel 2010 nell’ambito del Progetto Europeo Comenius (www.grufaps.org).

Il Giardino di Pierino Montessori di Firenze applica l’etologia come metodo descrittivo di analisi e studio dei comportamenti ed è assimilabile ai gabinetti naturalistici di cui parla Maria Montessori nell’Autoeducazione a pagina 111 (Pecori, D. e Ricci Barbini F. (2024).

Il nostro compito, in qualità di caregiver (Bowlby, 1992), sarà allora quello di affiancarlo aiutandolo a riconoscere e soddisfare i propri bisogni (Fonagy, 2001), avendo cura che abbia intorno un ambiente adatto a sviluppare le risorse geneticamente attese.

Donatella Pecori Sono psicologa sperimentale a indirizzo quantitativo, libero professionista dal 1994, iscritta all’Ordine degli Psicologi della Toscana. Ho lavorato con vari Dipartimenti Universitari, varie Facoltà (DIST Genova, AUOC – Careggi Firenze, Univ. Psicologia Padova, UNIFI) ed Enti (ASL Firenze, USL Toscana Centro, Aeronautica Militare). Ho creato tre progetti europei, di cui due sono stati finanziati (Formazione B.E.L.L. Bambini Etologia Laboratori Longitudinali), (Grundtvig T.A.T.I.Training for for Adult trainer for Infancy) e A.U.T.O.P.O.I.E.S.I.S. Ho diretto per 5 anni la Vetrina Europea Training in Service Comenius di Ecosistema Bambino e Cucciolo dell’Uomo dove sei. Sono Presidente dal 1987 dell’associazione Gruppo per la Ricerca a livello Universitario di Firenze, oggi GRUFAPS e dal 2016 di Associazione Montessori Firenze, Oggi AMFODV. Ho 44 pubblicazioni scientifiche.

Flora Ricci Barbini, biologa nutrizionista e etologa libero professionista. Ho la laurea magistrale in biologia del comportamento e il diploma di Esperto B.E.L.L. (Bambini Etologia Laboratori Longitudinali) Montessori. Mi occupo di ricerca in etologia umana e felina con particolare riguardo allo studio comparativo dei processi autoregolati caratteristici dello sviluppo dei mammiferi. Le mie principali aree di competenza sono la bioacustica, la cronobiologia e la nutrizione. Sono formatore presso l’associazione GRUF-APS. Come biologa nutrizionista, anche in collaborazione con il CRAL-NETWORK, mi occupo di consulenza nutrizionale e di diete personalizzate con azione antinfiammatoria.

Paola Pisanti, esperto presso la Direzione generale della programmazione del Ministero della Salute per l’area cronicità, componente della Cabina di regia del Ministero della Salute. Dal 2019 – 2021 Past-Presidente dell’APS FareRete BeneComune

La sostenibilità sociale, ambientale ed economica

Per SOSTENIBILITÀ si intende “soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere quelli della generazione futura”.

Il concetto di sviluppo sostenibile si articola su tre pilastri tematici: sociale, ambientale, ed economico.

Il concetto di sostenibilità sociale deriva proprio dalla definizione di sviluppo sostenibile, che fece la sua comparsa nel Rapporto Brundtland, noto anche come Rapporto “Our Common Future”, che risale al 1987.

Solo recentemente la sostenibilità sociale è stata considerata nel suo significato più profondo in quanto l’attuazione dei suoi principi richiede modifiche dei rapporti tra le persone e nel nostro sistema economico. La sostenibilità sociale implica che la crescita economica collettiva debba avvenire senza ledere in modo grave la qualità della vita dei singoli cittadini.

La garanzia che i cittadini vivano in condizioni di benessere biopsicofisico è infatti una responsabilità sociale che si attua attraverso azioni concrete che riguardano sia i sistemi macroeconomici che il rapporto con le risorse naturali del nostro pianeta.

Per questo le azioni di sostenibilità sociale sono indispensabili per realizzare con efficacia sia la sostenibilità ambientale che quella economica e sono collegate strettamente alle disuguaglianze tra generazioni, alle discriminazioni razziali e di genere e alla lotta alla povertà.

Per quanto risguarda la sostenibilità ambientale questa non può essere limitato a singole discipline o ambiti.

Molte malattie stanno subendo cambiamenti significativi a causa dei determinanti socioambientali, dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento ambientale e da condizioni di vita insalubri, così come dimostrato da vari studi e ricerche

Ma molte misure sostenibili possono essere attuate con miglioramenti tecnici senza grandi impegni finanziari e possono anche contribuire a notevoli risparmi sui costi.

Pertanto, è’ necessario creare la cultura della sostenibilità e quindi attuare un’azione proattiva per far sì che le persone coinvolte comprendano le motivazioni per cui le misure sostenibili hanno senso e quali vantaggi ne possono derivare.

Paola Pisanti, nata a Napoli il 16 dicembre 1948: Medico – chirurgo; igienista – area di prevenzione e sanità pubblica – Organizzazione dei servizi sanitari di base. Già Presidente e Coordinatore della Commissione Ministeriale per il diabete e della Commissione Ministeriale per la redazione del Piano della cronicità e per la sua implementazione. Attualmente consulente esperto presso la Direzione generale della programmazione del Ministero della salute per l’area cronicità e responsabile delle politiche sociosanitarie dell’Intergruppo parlamentare obesità diabete e malattie croniche. Ha svolto e svolge attività didattica. Ha pubblicato numerosi lavori.

Andrea Tomasi, Consigliere Ass. FareRete InnovAzione BeneComune APS, già docente di vari Corsi informatici nelle Università di Pisa e di Ancona

Etica, Umanesimo tecnologico e Intelligenza Artificiale.

breve abstract: Negli ultimi 50 anni le tecnologie digitali hanno assunto un peso crescente nella vita individuale e collettiva, in quasi tutte le attività umane. La rete Internet ha modificato da trent’anni ad oggi i rapporti produttivi e commerciali, e il modo stesso di entrare in relazione tra le persone, con effetti sulle capacità cognitive, volitive e affettive degli esseri umani. Le recenti innovazioni tecnologiche dell’Intelligenza Artificiale introducono problemi etici e antropologici nuovi. Accanto a potenzialità immense, le tecnologie dell’I.A. presentano il rischio di poter essere applicate per restringere i diritti umani, provocando effetti indesiderati di discriminazione, di disinformazione, di alterazione del dibattito politico e dell’andamento dei mercati.

Ancor più, occorre essere consapevoli del fatto che la complessità dei sistemi di I.A. può di per se stessa produrre un senso di deresponsabilizzazione dell’essere umano che li utilizza.

Controllare gli sviluppi dell’I.A. e governarne le applicazioni affinché siano rispettose della dignità dell’uomo, ne promuovano la realizzazione e siano al servizio del benessere di tutta l’umanità richiede interventi normativi con solidi fondamenti etici, sostenuti dalle istituzioni internazionali.

Ma la regolazione dell’I.A. sarebbe insufficiente se non accompagnata da un impegno culturale volto a promuovere la centralità dell’essere umano rispetto alle macchine e alle tecnologie. La cultura antropocentrica va promossa con una visione integrale della persona umana nelle sue relazioni con le altre persone, con la società, con l’economia, con l’ambiente.

Sempre più spesso si avverte la necessità di un nuovo umanesimo, capace di promuovere l’essere umano in questa epoca che per molti aspetti si presenta come un tempo di cambiamento radicale.

L’umanesimo di cui c’è bisogno non può che essere, oggi, capace di leggere i fenomeni tecnologici e di governarne gli sviluppi, mettendoli al servizio della crescita umana.

Andrea Tomasi, Consigliere Ass. FareRete InnovAzione BeneComune APS, già docente di vari Corsi informatici nelle Università di Pisa e di Ancona, tiene attualmente il Corso di Informatica per le Discipline

Umanistiche presso il Dipartimento di Culture e Forme del Sapere dell’Università di Pisa. Ha tenuto cicli di lezioni su Ethics of ICT al Dottorato di Ricerca di Ingegneria dell’Informazione. Ha diretto progetti nazionali nell’ambito dei Sistemi Informativi e dei Beni Culturali. Ha svolto e svolge attività di auditing e di revisione di Progetti di innovazione. È stato presidente di Equitalia Lucca e Cremona e consigliere indipendente in diverse Società di Informatica.

Gianluca Vaccaro, Dr. PhD Gianluca Vaccaro -Sociologo, Dottore di ricerca in “Metodologia delle Scienze Sociali” all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Methodological Advisor, Direttor of Social, Epidemiological and Outcome Research, BHAVE e Sociologo presso l’Unità Operativa Educazione e Promozione della salute dell’Asp di Catania

Per uno, per nessuno, per centomila: la crisi identitaria ed esistenziale della società e la ridefinizione del valore sociale nella riscoperta del bene comune

breve abstract: Vitangelo Moscarda, un uomo all’apparenza normale e benestante, vive una vita tranquilla nella fittizia cittadina di Richieri. Tutto cambia quando, un giorno, sua moglie Dida gli fa notare che il suo naso pende verso destra. Questo banale appunto innesca in Vitangelo una profonda crisi esistenziale. L’uomo inizia a mettere in discussione la sua identità. Si rende conto che non è “uno”, come credeva di essere, ma “centomila”: ogni persona con cui entra in contatto lo vede in modo diverso, attribuendogli una maschera diversa.

Così inizia il romanzo Pirandelliano “Uno, nessuno e centomila” e così inizia il percorso del protagonista alla riscoperta di sé stesso e alla constatazione di non essere, per gli altri, quello che crede di essere.

La “formula” – sul piano individuale – del romanzo pirandelliano risulta facilmente trasponibile – sul piano sociale – come “equazione”: Diritti-Libertà-Bene per Uno (l’individuo isolato) sono Diritti-Libertà-Bene per Centomila (alcuni) e, quindi, sono Diritti-Libertà-Bene per Nessuno. La dottrina dell’emancipazione e della libertà individuale sono, infatti, espressione della legittimazione delle disuguaglianze.

La profonda crisi esistenziale della società contemporanea (sistemi sociali che sono sul piano tecnico e valoriale “insostenibili”) che si manifesta in modo dirompente nelle uguaglianze formali che legittimano delle diseguali sostanziali (accesso ai servizi, all’assistenza, alle innovazioni, alle ricchezze, alla salute, etc…) e che si reggono sulla retorica della libertà e dell’uguaglianza individuo-centrica dovrebbero mettere in discussione – come nel caso di Vitangelo – la propria identità: Il supremo punto di rifermento dell’organizzazione sociale nell’autoaffermazione individuale come espressione di un primato dell’individuo è concettualmente ed empiricamente il fallimento del ben-essere comune. In principio era…la comunità, la relazione, il “valore” sociale… il bene comune.

Gianluca Vaccaro, BIO il dott. Gianluca Vaccaro è sociologo e dottore di ricerca in “Metodologia delle Scienze Sociali” all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Methodological Advisor presso Bhave – startup innovativa che studia e analizza i comportamenti decisionali delle persone nel settore sanitario – e Sociologo presso l’Unità Operativa Educazione e Promozione della salute dell’Asp di Catania. Come metodologo della ricerca sociale e clinica ha svolto ricerche empiriche sui temi della salute in particolare: modelli organizzativi di cure palliative (Università “La Sapienza”; Asl di Modena); umanizzazione delle cure in Ospedale (A.O. San Camillo Forlanini -Università Tor Vergata); valutazione dei corsi di formazione per operatori sanitari in Europa (Commissione Europea rete HPH Health Promoting Hospitals – Ausl di Reggio Emilia); Progettazione partecipata di interventi di promozione della salute (Ausl di Reggio Emilia; Rete WHP – Asp di Catania); disuguaglianze sociali e professionali di salute (Istat – Asl Torino3); Patient decision aid (A.O.U. Policlinico-Vittorio Emanuele di Catania); Buone pratiche cliniche e processi di consenso (SIIARTI – Bhave); Patient-reported outcomes in pneumologia, oncologia, malattie rare, croniche (Bhave). Sul piano teorico si occupa di causalità nelle scienze sociali, di tecniche di ricerca negli studi eziologici e comportamentali, di fondamenti logici ed epistemologici della sociologia e modelli integrati di metodologia della ricerca clinica e sociale.

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