COMUNICATO DEL MOVIMENTO ECCLESIALE DI IMPEGNO CULTURALE – GRUPPO DI TORINO IN OCCASIONE DELLA NOMINA DI DON ROBERTO REPOLE AD ARCIVESCOVO DI TORINO E VESCOVO DI SUSA

Don Roberto Repole, dal 2010 assistente del gruppo Meic di Torino, è stato nominato da papa Francesco arcivescovo della diocesi di Torino e vescovo della diocesi di Susa.
La gioia, la sorpresa e l’emozione che si alternano nel cuore di ciascuna socia e ciascun socio del Meic di Torino in queste ore di grazia e gratitudine sono seconde solo a quelle che don Roberto ha lasciato trasparire nel suo primo saluto alla diocesi.
“L’opera della fantasia e dell’estro dello Spirito”: questo è il modo in cui don Roberto legge la sua nomina ad arcivescovo di Torino e vescovo di Susa.
E di fantasia ed estro sono stati impastati anche questi suoi dodici anni di assistente ecclesiastico del MEIC di Torino.
Difficile trovare le parole per descrivere questi intensi anni di vicinanza. Si affollano, invece, tante immagini: i consigli diocesani e gli incontri del gruppo; le meditazioni e la presentazione dei libri. E poi il modo in cui ha interpretato il ruolo di assistente; la sua capacità di ascolto e mediazione nelle situazioni difficili, il mangiare e lo stare insieme nei momenti comunitari. Occasioni ufficiali, come le assemblee diocesane e gli incontri di “Silenzi e Parole”, e quelle informali, come le serate insieme o la partita degli europei di calcio a casa di don Giorgio Piovano e don Fiorenzo Lana. Ancora: le sue parole di incoraggiamento durante i momenti difficili della pandemia e la sua risata coinvolgente. La vicinanza discreta di chi resta più  volentieri un passo indietro per “assistere”, ma  che ne fa due avanti se cercato e interpellato o se ne intuisce il bisogno, trapela anche dalle foto di gruppo: don Roberto è quello che si mette sempre in seconda fila, che fa spazio agli altri prima che a se stesso.  Ma che non rinuncia a dire, e dire bene, quando serve.
Una sapiente alternanza, la sua, di silenzi e parole, efficacemente sintetizzata nel percorso da lui guidato in questi anni e ispirato alle parole di Bonhoeffer: “Tra silenzio e parola vi è lo stesso legame interiore e la stessa distinzione che v’è tra solitudine e comunione. L’una non può esistere senza l’altro. La giusta parola nasce dal silenzio, ed il giusto silenzio nasce dalla parola”.
Tanti possono raccontare meglio di noi di don Roberto teologo, don Roberto scrittore, don Roberto vice-curato, don Roberto insegnante e don Roberto preside.
Ma noi del Meic Torino abbiamo avuto l’esperienza di don Roberto prete e assistente.
Il prete che dà priorità ai suoi compiti da vice-parroco di periferia rispetto ai concomitanti impegni  di dimensione diocesana. Il prete che, senza la pretesa di insegnare cose su cui ha piena competenza, semplicemente aiuta il gruppo a pregare, a dialogare, a riflettere, a stare insieme. L’assistente da cui abbiamo appreso due atteggiamenti essenziali: l’umiltà e il dono. Due parole-chiave, oggetto della sua ricerca teologica, raccontate anche in due pubblicazioni divulgative e che in qualche modo indicano anche la parabola della presenza di don Roberto nel Meic di Torino. Perché è l’attenzione al “pensiero umile” che ce lo ha fatto incontrare già nel 2009 ed è alla categoria del “dono” che ci aggrappiamo per leggere oggi questo cambiamento.
La compagnia ecclesiale che abbiamo imparato a conoscere sarà ora condivisa da molte più persone rispetto alle tante che già hanno avuto l’occasione di sperimentarla. Le sue meditazioni e la sua presenza discreta ma attenta sono già ora un dono alla comunità cristiana di Torino e Susa. Confidiamo di trovare  nuove forme per camminare al suo fianco, uniti nella sequela del Vangelo, lieti di condividere il dono prezioso  della sua amicizia con l’intera comunità ecclesiale.
Per oggi lasciamo che il cuore trabocchi di  gioia, felicità e gratitudine.
Gratitudine a papa Francesco che lo ha scelto come nostro nuovo pastore.
Gratitudine a don Roberto per aver accettato di servire la sua Chiesa anche nel ministero episcopale.
E  gratitudine alla memoria di don Giorgio Piovano, che si adoperò tantissimo per proporlo come assistente del Meic e che ci piace immaginare sia stato travolto, per primo, da quell’estro e dalla fantasia dello Spirito che ha dato don Roberto come pastore della Chiesa di Torino e Susa.
Assicuriamo la preghiera di tutti i nostri aderenti per don Roberto, per accompagnarlo quotidianamente nel suo servizio alla Chiesa. Collaboreremo pienamente all’azione del nuovo arcivescovo, nei modi che lo Spirito saprà suggerirgli.
Buona strada don Roberto: continuiamo a camminare insieme!

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