Il ritorno a scuola: nuove incertezze e nuovi bisogni di bambine/i e ragazze/i dopo il Covid-19


Il rientro a scuola dopo il lungo periodo di DAD (Didattica a Distanza) non implica soltanto una ripresa dell’attività didattica in presenza, interrotta con la pandemia, ma soprattutto, un ritorno alla partecipazione di bambine/i e ragazze/i ad un contesto socio-educativo e relazionale, fondamentale per il loro percorso di crescita e sviluppo. La scuola è stata, infatti, una delle Istituzioni che si è trovata ad affrontare per prima misure di prevenzione contro la diffusione del Covid-19, ridefinendo nuove modalità di insegnamento-apprendimento a distanza, a scapito di risorse e di un clima di fiducia e protezione ben consolidati ed abituali. La scuola oggi è chiamata, quindi, a configurare spazi e modi nuovi in cui ri-significare, per ciascuna fascia d’età, sia l’esperienza della sospensione ma anche il ritorno ad una normalità che, ovviamente, sarà diversa da quella precedente.
La sospensione delle attività didattiche, in quanto evento improvviso e nuovo ha colto di sorpresa oltre che gli operatori scolastici ed i genitori, soprattutto i bambini e ragazzi, interrompendone l’incontro con gli insegnanti e con il gruppo dei pari, con un forte impatto sulla loro quotidianità, creando incertezze e nuove paure. Il distanziamento sociale quale misura adottata per evitare il diffondersi del virus potrebbe influenzare la percezione dell’Altro, vissuto come potenzialmente pericoloso e generare una paura più o meno conscia verso ogni persona diversa da Sé. L’incertezza lavorativa ed economica di molte famiglie potrebbe aver creato un clima di tensione e preoccupazione in bambini e ragazzi, caricandoli di problematiche familiari e precludendoli delle normali opportunità extra-scolastiche ricreative e socializzanti, come sport o altre attività da svolgere con i coetanei. Inoltre, da non trascurare il forte impatto emotivo su bambini e ragazzi di esperienze di malattia o perdita di familiari a causa del Covid-19, vissute da vicino, come ad esempio, la perdita di un nonno, senza la possibilità di poterlo vedere né salutare e, di conseguenza, di elaborarne il lutto.
Alla luce dell’importanza psicologica oltre che pedagogica della relazione educativa insegnante-alunno è necessario considerare, in particolare nell’attuale situazione di vulnerabilità, questi nuovi fattori d’incertezza e specifici bisogni di bambini e ragazzi quali quello di continuità, di ascolto e comprensione, di appartenenza, di fiducia, di interiorizzazione di nuove regole come prioritari, per aiutarli nella loro narrazione emotiva al fine di una personale ridefinizione e significazione di questa fase pandemica.
Dott.ssa Rita Baggiossi –Psinsieme: Dott. Fabio Battisti, Dott.ssa Emanuela Mastropietro, Dott.ssa Alessia Micoli, Dott.ssa Cristina Pansera

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