BEFFA PER I LAVORATORI IN QUARANTENA: L’INPS NON PAGA GLI INDENNIZZI E CHIEDE LA RESTITUZIONE DEI SOLDI EROGATI – CLAS SCRIVE A MARIO DRAGHI

ROMA – Una beffa, anzi una vera e propria ingiustizia sociale quella che l’INPS ha riservato ai lavoratori del settore privato, costretti a periodi di quarantena nel 2021 a causa del Covid.

E’ quanto denuncia il Sindacato nazionale CLAS in una richiesta urgente di incontro inviata direttamente al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in cui si evidenzia, appunto, che i lavoratori del settore privato, costretti a periodi di quarantena nel 2021, non saranno indennizzati per tale periodo di fermo. Nel Messaggio INPS numero°2842 del 06-08-2021, sostiene il Sindacato CLAS, si apprende chiaramente la mancanza di coperture economiche e di tutele per i lavoratori in quarantena nell’anno 2021, non essendo previsto un nuovo stanziamento economico a copertura del periodo di isolamento. Non basta la beffa, ma per tali lavoratori si aggiunge anche il danno visto che a loro carico, con effetto retroattivo, saranno richieste a rimborso le somme precedentemente erogate per i periodi di quarantena svolta.

Questa paradossale situazione, denuncia il Sindacato CLAS, è ancora più grave per i cosiddetti “lavoratori fragili”, lavoratori impossibilitati a svolgere mansioni da remoto ed obbligati a rientrare in servizio, a differenza di tutte le categorie di lavoratori, che invece possono continuare a svolgere la propria attività in smart working. Alcune di questi lavoratori non possono effettuare le loro prestazioni in modalità telematica né essere adibiti a diversa mansione. Si tratta di attività che riguardano soprattutto i comparti della manifatturiera: trasporti, tessili, edilizia, agricoltura, turismo, servizi, commercio ecc, centinaia di professionalità che rimangono escluse proprio per la tipologia di lavoro svolto. Tutta questa platea di lavoratori fragili, non essendo stata riconfermata l’equiparazione a ricovero ospedaliero il periodo di assenza da lavoro, sarà costretta a rientrare in servizio o ad utilizzare la propria malattia.

Il Sindacato CLAS, come sottolinea il suo presidente nazionale, Davide Favero, “è più volte intervenuto sulla vicenda, affinché si prenda atto del buco normativo e della discriminante che si è venuta a creare tra categorie di lavoratori, ponendo immediata soluzione che vada a tutelare e salvaguardare i lavoratori e le lavoratrici in condizione di fragilità. Per questo abbiamo scritto al presidente Draghi e al Ministro Orlando chiedendo di essere ascoltati e di intervenire a tutela dei lavoratori fragili e della platea di lavoratori che hanno affrontato la quarantena e si trovano privi di copertura economica”.

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