Pd: Bettini, scommettere su alleanza con Conte

– Roma, 12 lug. – “Sarebbe stato insulso abbattere il Conte II senza avere in testa una soluzione diversa. Semmai si sarebbe dovuto compiere un passo in avanti per renderlo migliore e maggiormente stabile. Zingaretti, il sottoscritto e tutto il gruppo dirigente del Pd, infatti, nella fase di passaggio tra l`emergenza e una prospettiva credibile per arrivare fino alla fine della legislatura nel 2023, parlammo di un rilancio, di un adeguamento dell`azione riformatrice, di un`intesa politica piu’ consapevole, piu’ responsabile e piu’ generosa. Altro che subalternita’! Ponemmo la questione di una svolta; ma in modo costruttivo”. Cosi’ Goffredo Bettini, membro della direzione nazionale del Pd, in un lungo editoriale pubblicato dal Foglio. “Renzi ricorda nel suo ultimo libro anche le preoccupazioni personali di Zingaretti, che egli mai nascose. Del tutto contrarie, tuttavia, alla scelta distruttiva che a un certo punto ha imposto Italia viva. E` inutile vantarsi del successivo arrivo di Draghi. In quella fase Draghi non era all`orizzonte. Dopo l`abbattimento del Conte II, non solo a causa di Renzi ma per una convergenza di interessi di cui ho parlato piu’ volte, nella confusione e incertezza che si andavano creando, il presidente Mattarella ha messo a disposizione la piu’ importante personalita’ di cui disponeva la Repubblica. Ma nella forma di una soluzione di emergenza. Di un governo del presidente -aggiunge Bettini -. Di un governo di tutti i partiti. Che solo l`autorevolezza di Mattarella e quella del nome da lui proposto hanno potuto realizzare. Ma che nessuno, sottolineo nessuno, prima di quella decisione avrebbe potuto proporre come una prospettiva politica e di governo. Perche’, solennemente, ognuno in quella fase aveva dichiarato la sua incompatibilita’ a collaborare con i partiti dell`altro schieramento. Questa e’ la storia. E dentro questa storia va giudicata la politica che ognuno ha portato avanti. Ora e’ cambiato tutto. Si e’ aperta una vicenda di altro tipo, caratterizzata da un governo forte anche nell`opinione pubblica, ma da un sistema dei partiti disorientato e incerto sulle proprie scelte. Sia a destra che a sinistra. Direi, anzi, soprattutto a sinistra. Il Pd giustamente, con Letta, ha rilanciato la prospettiva del centrosinistra. Ma non appare chiaro in che modo essa possa avanzare nella realta’ dei fatti. Si dice: rivolgiamoci innanzitutto alle forze che consideriamo piu’ naturale aggregare attorno e insieme al Pd. Certo: c`e’ la societa’ civile, i vari movimenti che si impegnano nei territori, le organizzazioni giovanili del volontariato, il variegato mondo cattolico che testimonia la sua presenza nel sostegno alle parti piu’ dolenti e fragili della popolazione, ma accanto a questo, il quadro dei partiti e’ desolante. A sinistra le orecchie piu’ attente alla nostra proposta appartengono alle amiche e agli amici di Articolo 1. Lo ritengo un fatto importante e arricchente. Ma nello spazio che si autodefinisce autenticamente “riformista”, liberale e rivolto all`area piu’ moderata, non siamo messi bene”.

“Calenda polemizza quotidianamente e con incredibile asprezza contro il Pd e i candidati sindaci del centrosinistra di Roma e Napoli – osserva ancora Bettini -. Due grandi personalita’, Gualtieri e Manfredi, che certamente avrebbero potuto rappresentare l`insieme delle forze democratiche. Renzi si muove nella stessa direzione. E quando puo’ guarda anche allo schieramento del centrodestra. Il Movimento 5 stelle sta letteralmente esplodendo. Ho notato che Stefano Folli, un commentatore acuto e intelligente, di fronte a questa dinamica cosi’ negativa e all`indebolimento di Conte, non dice piu’, come nel passato e ancora oggi si e’ ripetuto piu’ volte, che Zingaretti e Bettini hanno sbagliato la strategia di alleanza con i Cinque stelle. No. Parla di un nuovo patto da stipulare. Evidentemente – prosegue il dirigente dem – il problema, dunque, e’ stato ed e’ solo Conte. In una logica stranamente capovolta. Perche’, al di la’ dall`attuale posizione sulla giustizia che pure per me pesa, Conte e’ stato sempre il rappresentante piu’ ragionevole, equilibrato, testardamente unitario, anche nei confronti del Pd. Non entro nel merito delle vicende per certi aspetti misteriose del Movimento 5 stelle. Non sarebbe rispettoso e non mi compete. Tuttavia, lo stesso Letta ha detto piu’ volte: c`e’ un interesse generale che Conte riunifichi quel mondo, come gli e’ stato chiesto dallo stesso Grillo in persona quando stava all`inizio della sua avventura. La sua popolarita’ e’ ancora molto forte, il suo lavoro (che a mio giudizio si e’ protratto troppo lungo) per costruire una carta dei principi, dei valori e uno statuto in grado di mettere in armonia le spinte migliori della storia del movimento pentastellato con l`esigenza di farne un partito schiettamente di governo, popolare e marcatamente ambientalista, sembra a me ancora oggi un`ambizione preziosa. Non vedo come si possa gioire per le difficolta’ che incontra questo tentativo. La frammentazione porterebbe a una confusione destabilizzante, anche in vista delle elezioni del capo dello stato. E lascerebbe il Pd, per quanto scritto in precedenza, senza il principale interlocutore della sua proposta di governo”, conclude Bettini. (AGI)

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