L’attore simbolo degli anni ‘80 Michael J. Fox il 9 giugno raggiungerà il traguardo dei 60 anni

Lo storico interprete di Marty McFly nella saga di successo Ritorno al Futuro, è stato re indiscusso di sitcom, teen movie e commedie romantiche fino alla diagnosi di Morbo di Parkinson precoce all’età di soli 30 anni nel 1991. Basti pensare ai suoi inizi con Casa Keaton (Family ties), serie TV andata in onda per 7 stagioni in Italia dal 1986 al 1992 in cui Fox interpretava il ruolo di Alex Keaton, primogenito di una famiglia composta dai genitori ex hippie e i tre figli dediti invece al consumismo sfrenato targato anni ‘80. Al regista della trilogia del Futuro, Robert Zemeckis, Fox deve il suo successo cinematografico, sigillato proprio con il primo iconico film, Ritorno al futuro, che uscì in sala nel 1985. Risalgono sempre al 1985 e al 1987 altre sue due interpretazioni memorabili, una nelle fila del teen movie fantastico con Voglia di Vincere ( Teen Wolf) dove l’attore interpreta un adolescente licantropo e Il segreto del mio successo sul tentativo di un giovane rampante di scalare la vetta di una grande multinazionale americana.
È all’inizio degli anni ‘90, quando la sua carriera è in piena ascesa che Michael J. Fox incomincia ad avvertire i primi segnali che qualcosa non va nella sua salute: racconterà poi che proprio durante le riprese di Doc Hollywood – Dottore in carriera di Michael Caton-Jones, si accorse che le sue dita tremavano senza controllo. Solo nel 1998 l’attore deciderà di rendere pubblica la sua malattia e nel frattempo, nonostante gli impedimenti fisici si porterà a casa vari successi tra cui la commedia romantica Amore senza interessi, la commedia horror Sospesi nel tempo diretta da Peter Jackson e prodotta da Zemeckis, Mars Attacks! di Tim Burton e infine la serie TV Spin City che gli vale 3 Golden Globe. È proprio questo il suo ultimo lavoro assiduo nel mondo della recitazione poiché la sua malattia prende il sopravvento. Da allora l’attore, chitarrista e scrittore non ha mai veramente smesso di lavorare ma ha accettato parti sempre meno impegnative a causa delle complicazioni del Parkinson. Sin da quando la sua malattia è stata dichiarata pubblicamente, Michael J. Fox non ne ha mai più fatto mistero anzi negli anni 2000 non solo ha iniziato un progetto di sitcom sulla sua vita, The Michael J. Fox Show, ma dal 2010 al 2016, ha partecipato a 26 episodi della serie televisiva The Good Wife nel ruolo dell’avvocato Louis Canning, anche lui affetto da discinesia tardiva e acatisia, condizioni che l’attore vive anche nella realtà, come effetto collaterale del Parkinson. A novembre 2020, in occasione dell’uscita della sua nuova biografia No Time Like the Future: an Optimist Considers Mortality, l’attore ha dichiarato che ormai recitare gli viene impossibile a causa del peggioramento della malattia. Al Los Angeles Times ha rivelato i danni che il Parkinson ha causato alla sua capacità di memorizzare, indispensabile per recitare e ricordare le battute.
“La mia memoria a breve termine è andata – disse – sono sempre stato efficiente nel memorizzare le battute. E ho avuto delle situazioni difficili nelle ultime due parti, che erano molto parlate. Ho faticato in entrambe le occasioni”. Sempre al Los Angeles Times poi Fox parlò delle sue altre passioni oltre alla recitazione: “Il lavoro dell’attore non mi definisce. Non riesco più a suonare bene la chitarra. Non riesco più a disegnare bene, a ballare invece non sono mai stato bravo. Quindi mi rimane lo scrivere. Per fortuna, mi piace molto”. Grazie alla passione per la scrittura , Michael J. Fox ha testimoniato il suo percorso di vita di caparbietà e determinazione in ben 4 libri in cui si definisce,sempre, un inguaribile ottimista.
(ITALPRESS)

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