Draghi, la luna di miele e le contraddizioni della destra.

Il nuovo Governo non ha ancora esaurito la fase che contraddistingue ogni nuova esperienza governativa, quella che in gergo giornalistico viene chiamata “luna di miele” con l’opinione pubblica, anche se è ormai abbastanza chiaro che i miracoli non fanno parte del programma di governo. L’entrata in scena di Mario Draghi è stata infatti accompagnata da un carico di aspettative che a tratti sono apparse senz’altro eccessive.

Nella situazione data – con le curve di contagio e il numero di decessi che rimangono ancora a livelli alti – è oggettivamente difficile discostarsi da un lato dalle indicazioni del Comitato tecnico scientifico sulle misure restrittive e dall’altro dalle politiche di sostegno a favore delle categorie penalizzate da una crisi economica senza precedenti; e gli atti fin qui messi in campo dall’esecutivo ne sono la conferma.

Ma il Governo Draghi trae la sua forza proprio da quello che sembra essere anche il suo limite, ovvero il fatto di non avere alternative e di rappresentare agli occhi del mondo l’ultima carta che l’Italia poteva giocare. Basti ricordare che a febbraio scorso il solo incarico all’ex Presidente della BCE per formare il nuovo esecutivo, fece scendere il livello dello spread sotto quota 100, a testimonianza della fiducia che i mercati e gli operatori economici ripongono nel nuovo Premier. Non occorre una particolare fantasia per immaginare cosa accadrebbe al nostro “spread” (ovvero alla credibilità del nostro debito pubblico) se questo governo dovesse fallire rispetto agli obiettivi ed alle aspettative.

Ma questo argomento non sembra interessare chi ancora oggi, incurante della pericolosità e della letalità del virus, non perde occasione per fare della speculazione politica per lucrare qualche consenso; è eloquente in tal senso il travaglio della Lega, che ogni giorno è combattuta tra responsabilità di governo e tentazione di cavalcare il malcontento e le proteste. La mozione di sfiducia presentata da Fratelli d’Italia è formalmente rivolta contro il Ministro della Salute Roberto Speranza, ma il vero obiettivo è quello di sottolineare proprio quelle contraddizioni che caratterizzano l’azione della Lega e di Salvini in particolare.

Massimo De Simoni

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