Texting: il linguaggio segreto delle Emoji di Dr.ssa Monica Sansoni

Da molto tempo oramai le Emoji fanno parte del nostro modo di comunicare.È innegabile che il mondo della comunicazione virtuale ha visto diversi cambiamenti nell’utilizzo della Linguistica.Quando sono nate le Emoji?Le prime nascono nel 1999 ed il significato letterale è “parola immagine”.Difatti le intenzioni di chi le ha create, Shigetaka Kurita designer giapponese, erano, e sono, quelle di comunicare emozioni e modi di pensare estemporanei.Il suo set di Emoji è stato esposto al MoMa (Museum of Modern Art) di New York, attraverso la mostra intitolata The Original Emoji by Shigetaga Kurita.E ancora la primissima Emoji apparve grazie al Prof. Scott Elliot Fahlman, docente di Informatica, che decise di far distinguere alle persone gli argomenti seri dagli scherzi.Quindi unì, per la prima volta, una parentesi e due punti “:)” generando così la prima Emoji sorridente.Ci sono stati diversi studi che hanno osservato come si attivano alcune parti del cervello alla visione di una faccina.L’umore cambia come anche l’espressione del nostro viso.In tal senso esse diventano dei veri e propri strumenti di comunicazione emozionale importanti quanto il linguaggio scritto e verbale.Soprattutto i nostri adolescenti amano molto utilizzare le Emoticons.Trasmettono messaggi, talvolta anche profondi, in maniera immediata e semplice.A seconda della scelta si può trasmettere amore, gioia, tristezza, paura, rabbia, disgusto, malinconia.Spesso il loro utilizzo non viene giustamente considerato, è quindi consigliabile non abusare mai di questi simboli in quanto si può correre il rischio di inviare messaggi negativi.Specialmente se stiamo comunicando con una persona che non conosciamo bene oppure che conosciamo da poco.È palese che tutto questo può modificare la percezione e la rappresentazione della realtà, sotto molti aspetti, sia negativi che positivi.Da analisi già effettuate sui Social Network e Social Media, e dalle caratteristiche positive e negative, tali piattaforme alterano il modo in cui si percepiscono e si rappresentano le realtà quotidiane.Come cita Raphael Gualazzi, cantautore italiano, all’interno del vasto spazio del Social “possiedo tutto di tutti, ma alla fine non mi rimane niente di nessuno”.  

Dr.ssa Monica Sansoni

Criminalista Linguista Forense

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