PD: SI CHIUDE ERA ZINGARETTI, SEGRETARIO O REGGENTE GRANDI MANOVRE IN CORSO’

interlocuzione tra correnti – cresce ipotesi congresso anticipato, si ragiona su ‘figura di garanzia’

Roma, 5 mar (Adnkronos) – “Un ripensamento non c’è e non ci sarà”.Nicola Zingaretti ha messo la parola fine alla sua segreteria e il Pdreagisce allo shock delle dimissioni del segretario, che oggi ha formalizzato la sua decisione con la consegna della lettera allapresidente del partito Valentina Cuppi. Così, al di là delledichiarazioni ufficiali, le varie componenti dem sono già al lavoroper cercare un accordo su come gestire la nuova fase.     

A quanto apprende l’Adnkronos, sono in corso interlocuzioni tra idirigenti delle varie anime del Pd. Le opzioni sul tavolo sono due:eleggere in Assemblea un segretario o indire il Congresso affidando aun reggente la gestione del partito. Su questo stanno ragionando learee interne, ognuno con sue posizioni. Base riformista e i Giovani Turchi (di Matteo Orfini) sarebbero per perimetrare il mandato dellanuova leadership con i tempi di un Congresso anticipato.  E la sensazione è che anche le altre aree del Pd, a partire da AreaDemdi Dario Franceschini, vedano come inevitabile una scadenza anticipatarispetto al 2023. ‘Fianco a Fianco’ con Matteo Mauri ha chiesto di”scegliere subito in modo unitario una figura autorevole che ci guidiverso una fase costituente”.    timing congresso, ipotesi autunno – per ‘traghettatore’ c’è chipensa a ‘padri nobili’ come Veltroni     

Ma se la strada fosse questa, non manca chi intravedediverse incognite. Di fatto, per il Congresso sarebbe disponibile unafinestra non larghissima a cavallo tra le prossime amministrative el’inizio del nuovo anno. Un timing che nei vari colloqui avrebbe presoforma. Ma questo ‘slot’ sarebbe un po’ angusto per un vero Congressoe, soprattutto, verrebbe chiuso senza possibilità di proroghe dall’elezione del nuovo capo dello Stato. E infatti oggi c’è anche chisostiene che si stia ragionando su un congresso dopo il voto sul Colle. 

“E se, come oggi appare, il Parlamento indicherà Draghi la legislaturafinisce e si andrà subito al voto e ci sarebbe una campagna elettorale durissima”, ammette ‘off the record’ un dirigente che sta lavorandodietro le quinte. Insomma, tutti appuntamenti che il Pd non può rischiare di affrontare da comparsa, con una leadership depotenziata. Il tutto, con il governo Draghi da presidiare giorno per giorno pernon lasciarlo nelle mani del centrodestra. In questo contesto emergerebbe l’identikit di una ‘figura digaranzia’, un traghettatore davvero di alto profilo, capace di metterepace tra le varie anime del partito e garantire tutti. Figura che sipotrebbe pescare nel Pantheon dei democratici, per esempio tra gli exsegretari, in una short list che conta il solo Walter Veltroni. Unnome che circola “anche se – ammette uno dei pontieri- ancora nessunol’ha proposto al diretto interessato”. Tra i nomi degli altri ex,anche quello di Pier Luigi Castagnetti. E anche quello di RomanoProdi.

Altra opzione, quella ‘rosa’. In questo caso, si fanno i nomi di Roberta Pinotti, Debora Serracchiani, Anna Ascani. C’è anchechi parla di Paola De Micheli e di Simona Malpezzi. Sembra, invece, incalo nel totonomi l’ipotesi di ‘promuovere’ (è successo in passato conMaurizio Martina) il vice segretario Andrea Orlando. Anche perchéproprio il ministro del Lavoro viene dato come possibile candidato alcongresso magari in alternativa a Stefano Bonaccini.     

Il confronto, però, è appena partito e per adesso c’è una consapevolezza diffusa del passaggio delicatissimo per la tenuta del Pd, dell’esigenza di concordare una soluzione. “C’è moltapreoccupazione”. Tanto che c’è anche chi mette in conto l’ipotesi chel’Assemblea del 13-14 marzo possa slittare. “Se non si trova un accordo politico, è inutile fare l’Assemblea. Secondo statuto ci sono 30 giorni dalle dimissioni formali. Quindientro il 5 aprile”, spiegano fonti parlamentari. Trovare unasoluzione, visto lo stato dei rapporti nel Pd, non sarà semplicissimo. Anche perché le dimissioni di Zingaretti in qualche modo ‘liberano’ il blocco che si era costruito attorno alla sua candidatura e che rappresenta quasi il 70% dell’assemblea che si riunirà il 13 e 14marzo, riconfigurandosi tra le varie aree di partenza: oltre a quellazingarettiana, Area dem di Dario Franceschini, la componente di Andrea Orlando e l’area di Gianni Cuperlo.

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