PUNTO =LEU CI PENSA, FDI CONFERMA NO. BERLUSCONI DA DRAGHI

(AGI) – Roma, 9 feb. – Nel secondo giorno del secondo giro di
consultazioni, i protagonisti sono i partiti maggiori, con
l’arrivo a Roma di Silvio Berlusconi che, come promesso,
guidera’ la delegazione di Forza Italia nel colloquio con il
premier incaricato Mario Draghi, dopo aver dovuto rinunciare la
scorsa settimana per motivi ‘precauzionali’. Via via che le
diverse forze politiche sfilano davanti alle telecamere nella
Sala della Regina di Montecitorio, si confermano i
‘posizionamenti’ gia’ emersi in queste ore. Leu – al cui interno
e’ in atto una discussione tra le due anime, Articolo 1
favorevole al si’ a Draghi e Sinistra italiana piu’ scettica –
ribadisce la disponibilita’ ad accogliere l’appello del Capo
dello Stato rivolto a tutti i partiti che siedono in Parlamento,
ma si riserva di decidere solo dopo aver ascoltato il programma
e una volta che sara’ definita la squadra.     Fratelli d’Italia
resta ferma sul no all’esecutivo guidato dall’ex governatore
della Bce, pur garantendo una opposizione “leale”. Anche Forza
Italia, per voce dello stesso Berlusconi – che torna nella
Capitale dopo diverso tempo, inaugurando la nuova residenza
romana nella villa sull’Appia Antica che fu del regista
Zeffirelli – e’ pronta a fare la sua parte a sostegno di Draghi.
Nel pomeriggio sara’ la volta di Pd, M5s e Lega. Terminati i
colloqui con i partiti, Draghi incontrera’ gli enti locali, i
sindacati e Confindustria. Ancora difficile fare una previsione
sui tempi, anche se si ipotizza che il premier incaricato
potrebbe sciogliere la riserva entro il week end e presentarsi
davanti al Parlamento per chiedere la fiducia a inizio della
prossima settimana. L’attesa e’ legata soprattutto al responso
della rete: giovedi’ si sapra’ se gli iscritti al Movimento 5
stelle, chiamati ad esprimersi su Rousseau, decreteranno il si’
all’ingresso dei pentastellati nella compagine governativa o al
contrario i 5 stelle dovranno restarne fuori. Nessuna certezza,
ancora, nemmeno sui nomi: seppur da giorni impazzi il ‘totonomi’
dei futuri ministri, Draghi nei colloqui con i partiti non
lascia trapelare alcuna anticipazione. Resta la richiesta della
maggior parte delle forze politiche di un esecutivo politico,
dando per scontato tuttavia che in alcuni ministeri chiave, tra
cui il Mef, Draghi possa optare per una scelta tecnica. Si va
invece delineando il programma. E’ lo stesso Draghi a
illustrarne i punti cardine nel secondo giro di consultazioni.
Accanto al capitolo scuola, inserito tra le priorita’
dell’esecutivo, il premier si e’ addentrato nel merito di alcune
riforme, tra cui quella del fisco. Nessuna nuova tassa, e’ la
parola d’ordine. Ma una riforma inserita in una logica europea.
Draghi avrebbe ribadito piu’ volte l’intenzione del mantenimento
della progressivita’ dei prelievi, prospettando una
rimodulazione di aliquote e scaglioni, basata sull’equita’ e
puntando al contempo sulla lotta all’evasione.

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