GLI EFFETTI CONCRETI DEL POPULISMO

Gli effetti concreti del populismo.

“Populista” , che si può considerare una declinazione al negativo del termine “popolare”, è diventata però
un’espressione nella quale molti si fanno vanto di riconoscersi.
L’attuale premier del nostro governo , Professore Avvocato Giuseppe Conte si è più volte definito tale, con il massimo orgoglio.
Il termine “populismo” per quanto ne ricordi io era riferito ai movimenti culturali e artistici che nella seconda metà del 1800 cercavano un avvicinamento tra le classi sociali più acculturate ed elevate verso
quelle della classe operaia e contadina.
Questo “populismo”,che non ha avuto grandi nomi rimasti nella storia a portarne il ricordo attraverso atti e opere, nacque in Russia e fu superato da altre pulsioni nate dal marxismo , dal materialismo e dal grande
florilegio di espressioni artistiche, politiche e culturali che si sono susseguite da allora fino ai giorni nostri.
Ma , come a volte accade, è tornato di moda come espressione ed è usato a volte con l’associazione di un’altra parola ,il ”sovranismo”, che detta brevemente esprimerebbe la reazione generica all’espressione ,
anch’essa generica, detta “globalismo”.
Senza aprire un’enciclopedia mi limito a questo ma approfondiamo meglio cosa si intende per “populismo” oggi, o almeno come lo intendo io.
Oggi il termine populismo esprime una generalizzata ed indiscutibile adesione ai temi ed alle condizioni in cui si trova il popolo.
“Temi” intesi come ambizioni , desideri, bisogni e progetti del popolo.
“Condizioni” intese come le reali possibilità di vita e le reali prospettive della stessa.
Il “populismo” sarebbe l’adesione totale a questo insieme e ne diventa espressione politica, che ha come obiettivo quello di eliminare le barriere che si ritiene siano la ragione dell’isolamento del popolo dai vari
potentati.
Come agisce il populismo, o meglio come agiscono i leader di questa tendenza politica e culturale?
Si agisce , prevalentemente, a colpi di comunicazione collettiva.
Ovvero l’incitazione a gruppi di fans, sostenitori, a collocarsi su posizioni ben indicate dallo stesso o stessa leader e queste posizioni sono, generalmente, esasperazioni di luoghi comuni, di ovvietà spesso
irrealizzabili e si riducono all’individuazione di “nemici” colpevoli di generare ed alimentare i disagi del popolo.
L’avvento dei social media e della profilazione dei soggetti che ne fanno uso, agevolano moltissimo questo processo induttivo.
Il nemico numero uno del populismo è lo Stato di Diritto LIBERALE, perché è quella condizione che volendo tutelare i diritti della persona singola di fronte ad ogni potere, impedisce di fatto l’affermazione del
principio per cui il potere, le ragioni di chi lo detiene, deve avere prevalenza sul diritto della persona.
Facciamo degli esempi semplici:
Affermare che da domani si è sconfitta la povertà a seguito di una mera elargizione di denaro non risulterà accertabile perché la povertà è una condizione complessa, per quanto possa sembrare.
E la stampa libera, sempre molto avversata dal populismo che ama invece la stampa univoca, e la politica non schierata potranno eventualmente confutare questo come altri assunti.
Affermare che da domani chi stupra una donna va in carcere e non esce più o che chi corrompe un funzionario pubblico fa la stessa fine , per quanto auspicabile, in uno stato di diritto liberale ( che punta al percorso di riabilitazione del condannato) è possibile solo dopo un adeguato riscontro perché la sola accusa non è sufficiente.
Stesso principio vale per i diritti di un solo migrante, come per cento.
Vale per tutti, anche se non è certo sufficiente a garantire buona qualità della vita di tutti.

Per fare questo serve altro, come la politica, la scienza , le religioni, l’istruzione , ma non voglio divagare.
Il populismo ha questo come obiettivo: rimuovere gli ostacoli che non consentono la piena affermazione del principio che chi comanda ha la precedenza sul singolo, determinando che le esigenze della collettività ,
intesa soprattutto come magma eruttivo di problemi esasperati , vengono prima dei diritti delle persone.
Ambizione detenuta o ritenuta come a favore degli interessi del popolo.
Non a caso alcune democrazie europee ,già molto imprecise , chiedono di uscire dallo stato di diritto liberale.
Non a caso Grillo e Casaleggio auspicano il superamento del parlamento in favore di ragioni di efficienza e pragmatismo, espressi da una piattaforma on line.
Non a caso Trump, dopo aver cercato di demolire l’assetto e la credibilità istituzionale degli USA, ha sobillato un’improbabile e rovinoso assalto al Campidoglio.
Il populismo, in uno stato come il nostro, non ha possibilità di affermazione se non sotto forma di consenso,
poi intraducibile in concreto alla realizzazione del progetto populista.
Riassumendo: il populismo si caratterizza,in Italia, come forma politica che esprime slogan di poco o nullo
effetto, come apparso evidente da quando il mov5stelle, esaltazione del populismo, è al potere seppur
condiviso prima con la destra e poi con la sinistra.
Ma non produce altro che una politica-sentimento, effimera, inadeguata, che si consuma negli annunci
senza particolari effetti che ricadono sulla vita, sui progetti, sull’espansione e sul miglioramento della
società nel suo insieme.
La via da percorrere è lo sviluppo e l’implementazione della democrazia rappresentativa.
Agostino Mastrogiacomo
Presidente Acli Terra Latina

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