L’INVASIONE DELLA TERRA

Nel 1938 accadde un evento mediatico che ancora oggi fa riflettere e che è noto soprattutto a chi si occupa di telecomunicazioni e di marketing .
Da una stazione radiofonica di Los Angeles il grande attore statunitense Orson Welles interpretò la lettura di parte di un romanzo, La Guerra dei Mondi, che raccontava l’invasione della terra da parte dei marziani.
E lo fece magistralmente, impostando la cosa come se fosse una radiocronaca in diretta.
Ebbene una gran parte degli americani collegati in radio, ovvero moltissimi, furono suggestionati così fortemente da credere che gli USA erano veramente sotto attacco di questi alieni ed il panico si diffuse per
giorni in tutto il paese.
Contro ogni evidenza, l’episodio scatenò una intensa paura collettiva che resistette per mesi e che in qualche modo alimentò tutta una serie di produzioni cinematografiche, televisive, radiofoniche e letterarie
che hanno poi determinato una cultura, quella dell’alieno che viene dalla spazio, che resiste ancora oggi seppure in modo residuale.
E’ un tema che mi affascina e che sollevo spesso, quello della facilità umana alla suggestione.
La politica negli ultimi anni è pervasa di suggestioni negative, non positive.
Leggere il presente, e purtroppo anche il futuro, rappresentandolo come negativo, pernicioso, tremendo ed invitare il popolo alla difesa, all’arrocco o a scendere in campo contro gli alieni venuti dal mare o dal
confine, dalla dominazione della scienza, dalle multinazionali, dal complotto Rothschild, dal turbocapitalismo, dalla deriva dei diritti alle minoranze e da tutto quello che i profeti ci indicano essere i
mali da combattere.
Ma non c’è, manca ed è un male, alcuna vera visione di futuro se non quello di arginare la rovina prossima futura che gli stessi profeti alimentano di continuo.
Invece i nostri figlioli hanno bisogno di futuro, non di nemici. Hanno bisogno, tutti noi ne abbiamo, di crescita e non di correre ai ripari.
Abbiamo bisogno di sicurezze positive e proiettate verso il superamento delle negatività e non di assillarci, contro ogni evidenza, a ripararci da nemici che sono più utili ai generali che essere i veri pericoli del
popolo.
Il vero pericolo del popolo è di restare al palo e di allentare i fili che tengono unite le generazioni.
Dobbiamo temere un enorme distacco che si sta generando tra noi di età più che matura con chi oggi ha vent’anni e deve avere un futuro buono da percorrere.
Io spero che si sia tutti un po’ stanchi di questo racconto noioso e ripetitivo sui pericoli del nostro tempo.
E’ ormai tempo di dire , e sopratutto fare, qualcosa di buono sulle opportunità del nostro tempo e di quello che riguarderà chi ci sta seguendo, ovvero figli e nipoti della nostra generazione.
Meritiamo di più noi e loro, tutti lo meritiamo.
E tutti siamo chiamati a farlo, con impegno, volontà e fiducia.
Agostino Mastrogiacomo
Presidente Acli Terra di Latina

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