SEVERINI MELOGRANI, MIGLIORA L’ITALIA PER LE RETI DI CIVILTÀ

Nel rapporto con la disabilità e la diversità, “l’Italia sta migliorando. Le reti di civiltà nel nostro Paese sono le migliori del mondo, il problema è il riconoscimento del lavoro. Abbiamo la miglior legge sulle collocazioni lavorative ma le aziende preferiscono pagare le sanzioni che assumere i disabili. E’ qui che si deve cambiare”.
Lo spiega all’ANSA Paola Severini Melograni, una delle figure di riferimento, anche a livello istituzionale, per il terzo settore, fondatrice (nel 2000) e direttrice di AngeliPress, agenzia di informazione dedicata a questi temi, oltre che creatrice e conduttrice di O anche no su Rai2. Il programma in onda ogni domenica verso le 09.00 affronta i temi della diversità e della disabilità in tutti i suoi aspetti, “sempre attraverso un approccio positivo”. Domenica, 27 dicembre alle 09.50 circa viene offerta una puntata speciale dedicata ad Anne De Gaulle (1928 – 1948), la figlia del generale e statista affetta da trisomia 21. “E’ grazie ad Anne che sono state fatte una serie di iniziative in Francia, si è aperto un comportamento virtuoso verso i disabili e c’è stata un’analisi della realtà su queste tematiche”. Dopo la morte di Anne, “Charles De Gaulle e sua moglie Yvonne, decisero di trasformare un castello della famiglia di lei, in un centro per ragazzi e ragazze con difficoltà psichiche e non solo”. Sarà “una puntata tutta dedicata al rapporto fra Italia e Francia, con al centro anche una lunga intervista all’ambasciatore francese in Italia, Christian Masset”. Tutti i membri del cast, esploreranno a proprio modo il tema, dal mago Andrea Paris, vincitore di Tu si che vales, alla band Ladri di carrozzelle. Saranno anche mostrati brani del nuovo biopic ‘De Gaulle’ con Lambert Wilson.
O anche no, è alla sua terza edizione, con ascolti in crescita. Un impegno, quello del programma, che secondo Severini Melograni deve essere identitario per il sevizio pubblico, “nello spirito della sua vocazione iniziale e del contratto di servizio”.
L’obiettivo di O anche no “è raggiungere chi non è convinto che i disabili debbano avere pieni diritti. Lo si fa cercando di essere educatori capaci anche di affascinare”. (ANSA).

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