AGRICOLTURA. ANBI: EUROPA CHIEDE PIÙ UTILIZZO ACQUE REFLUE ENTRO 2024

(DIRE) Roma, 6 nov. – “Seppur a distanza per l’emergenza Covid,
ribadiamo la necessita’ di avviare un confronto fra tutti gli
stakeholders in vista della scadenza del 2024, indicata
dall’Unione Europea per armonizzare le normative nazionali con il
 Regolamento Comunitario sui Requisiti Minimi dell’Acqua di Riuso
che, dopo 6 anni di gestazione, e’ gia’ attuativo, prevedendone
l’obbligatorieta’ in campo agricolo; attorno al tavolo, oltre ai
Consorzi di bonifica ed irrigazione, vorremmo ci fossero il
Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, quello delle
Politiche Agricole Alimentari e Forestali, le Organizzazioni
Professionali Agricole, le associazioni ambientaliste e
consumeristiche”: a rilanciare la necessita’ e’ Massimo Gargano,
Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per
la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue
(ANBI), intervenuto ad una videoconferenza organizzata
nell’ambito di  “Ecomondo”.
   Attualmente, in Italia, su oltre 3.300.000 ettari irrigati,
acque depurate sono utilizzate solo a servizio di 15.000 ettari
circa, oltre la meta’ dei quali in Emilia Romagna.
   “La scadenza  comunitaria sara’  un’importante occasione di
verifica sulla gestione integrata della risorsa idrica e l’uso
delle acque reflue va interpretato come una risorsa aggiuntiva al
fabbisogno idrico dell’agricoltura, senza gravare di ulteriori
costi il settore, che produce cibo, cioe’ una funzione
indispensabile come ci ricordano la pandemia e le difficolta’,
che ne conseguono – aggiunge il Direttore Generale di ANBI – Per
questo, l’acqua irrigua deve essere di qualita’ e va certificata
l’efficacia degli attuali trattamenti depurativi  verso nuove
emergenze, come  la presenza di microplastiche nell’acqua; il
finissaggio, di cui si fanno carico i Consorzi di bonifica ed
irrigazione attraverso la fitodepurazione, e’ infatti efficace
solo per abbattere la presenza di nutrienti naturali, quali
azoto e fosforo. Serve quindi una gestione del processo
depurativo, che sia condivisa, nonche’ controllata nell’interesse
del territorio e delle sue comunita’. Particolare attenzione
dovra’ essere dedicata alla proposta che sosteniamo di agevolare
il riuso con soluzioni naturali, – NBS (Nature Based Solution) –
per ulteriori affinamenti soft della risorsa.”

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