La mascherina nella scuola

È iniziata la scuola ed ogni studente ha l’obbligo di dover indossare la mascherina, come forma di prevenzione nell’emergenza sanitaria causata dal Covid19.
Era una disposizione già nota, ma il nuovo DPCM lo ha confermato e con il “Protocollo di sicurezza 0- 6” ha evidenziato l’obbligo dall’otto ottobre c. a. di indossare la mascherina, eccetto i soggetti che stanno svolgendo attività sportiva, i bambini di età inferiore a 6 anni ed i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’utilizzo della mascherina.
Ma all’interno della scuola la mascherina può essere rimossa quando lo studente è in condizioni di staticità, ovvero seduto al banco e che stia rispettando il distanziamento sociale, cioè un metro tra bocca e bocca.
L’utilizzo della mascherina diviene obbligatoria e dunque deve essere fornita dallo Stato che provvederà a dotare alla scuola, in modo tale che ogni studente potrà averla e sostituirla una volta al giorno; la scuola è divenuta l’ambiente più sicuro in quanto le regole vengono rispettate e vi è meno probabilità di potersi infettare.
Il CTS ha bandito l’utilizzo della mascherina di stoffa ed ha raccomandato quella chirurgica
Sfortunatamente la conseguenza più grande che stanno accusando gli studenti, in special modo gli alunni della scuola primaria, è sul piano comunicativo, dove la mascherina rende quai impossibile leggere l’emozione altrui, perché nasconde i sorrisi.
La lettura della mimica della bocca viene sostituita da altri codici, quali il linguaggio e la comunicazione non verbale che possano andare a sviluppare il “pensiero creativo”.
Sappiamo che i minori non ragionano con la testa dell’adulto e seppur hanno un buon modo di adeguarsi alle circostanze hanno avuto subito un forte impatto psicologico dovuto alle misure di prevenzione Covid19, poiché molti hanno manifestato delle problematicità ad adattarsi a delle regole rigide; altri hanno mostrato segni di ansia reattiva con degli attacchi di panico e mal di testa con origine muscolo- tensiva e quindi da stress.
È fondamentale che al primo campanello di allarme, il genitore attento, porti il minore da un professionista per far si che il problema non aumenti e che si riduca fino all’eliminazione.
Ricordiamoci che la scuola è il passaporto per il futuro e che il domani è di quelli che oggi si preparano per poterlo affrontare.

Dr. ssa Alessia Micoli
Psicologa Criminologa

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