CORONAVIRUS: INFETTIVOLOGO GROSSI, ‘CURVA SALE PER MALATI CHE EMERGONO E PIU’ TAMPONI’

Roma, 27 mar. (Adnkronos Salute) – “La fluttuazione del numero di casi da un giorno all’altro è strettamente legata alla quantità di tamponi effettuati ‘day by day’ e, soprattutto, al lavoro dei laboratori dinanalisi che, per i motivi più svariati, possono esaminarne di più una volta rispetto all’altra”. A spiegarlo è Paolo Grossi, 62 anni, professore di Malattie infettive all’Università dell’Insubria di Varese e nel gruppo di lavoro permanente sul Covid-19 del Consiglio superiore di Sanità, in una intervista al ‘Corriere della Sera’.

In Lombardia ieri sono stati effettuati 6.047 tamponi, il giorno prima 4.971, il 24 marzo 3.453. Sono stati svolti più test perché ci sono più ammalati, oppure i laboratori hanno elaborato più analisi un giorno rispetto all’altro? “E’ una domanda a cui è quasi impossibile rispondere. Probabilmente la verità è nel mezzo – chiarisce Grossi – La capacità di elaborare risultati dei laboratori può variare da un
giorno all’altro. Nello stesso tempo ci possono essere più malati a domicilio che all’improvviso si aggravano e vengono ricoverati e, dunque, tamponati in ospedale. Oppure di pazienti sintomatici sottoposti all’esame nelle proprie case dopo i provvedimenti del 23 marzo di Regione Lombardia”.

Per evitare la recrudescenza del fenomeno può essere utile lo screening di massa della popolazione con il tampone a tutti chiesto
oggi a gran voce? “Con quale vantaggio? Il tampone può essere negativo un giorno e positivo quello successivo perché il virus semplicemente era ancora in incubazione – risponde Grossi – Ciò potrebbe dare false
sicurezze, mentre è importante che tutti restino a casa a prescindere.
È l’unica vera soluzione per contrastare la diffusione del virus”. Con la delibera di lunedì di Regione Lombardia, però, viene potenziata l’esecuzione di tamponi a domicilio. È utile?

“Sono convinto di sì. La presenza di un paziente infetto all’interno di un nucleo familiare comporta un elevato rischio di trasmissione a tutti i membri della famiglia – osserva Grossi – Ora, comunque, per la
Regione i casi di sindromi simil influenzali a domicilio vanno trattati come Covid-19 e monitorati dai medici di base”.

Gli sbalzi della curva epidemiologica possono dipendere anche dal numero di persone contagiate dagli asintomatici? “In base alle conoscenze scientifiche attuali il loro tasso di contagiosità è minimo”. C’è una comunicazione sbagliata dei dati? “Io trovo corretto che le autorità li comunichino in modo trasparente giorno per giorno,
dopodiché la popolazione deve capire che i risultati di un singolo giorno non sono significativi”, conclude Grossi.

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