DIDATTICA A DISTANZA, LE STORIE – 2) Sabaudia. “L’antitodo contro il virus? La Scuola”

La scuola ha sempre accettato le sfide richieste dalla società e anche questa volta, in una situazione delicatissima per l’Italia, non si è tirata indietro per garantire ad alunni e famiglie un supporto emozionale oltre che didattico.
Sta adempiendo al compito richiesto di effettuare la “didattica a distanza”, con professionalità e con la consapevolezza di doversi reinventare e riprogrammare.
Con l’ausilio del team digitale si sono studiate vari tipi di piattaforme e a seguito di alcune prove si è fatto ricadere la scelta su WESCHOOL, lasciando comunque altre possibilità di collegamento tramite varie applicazioni per videoconferenze.
La prima fase di “rodaggio“ ha visto la scuola dell’infanzia proiettata verso una continuità che ha favorito il contatto con i bambini e le loro famiglie: incontri quotidiani, proposte di attività.
La presenza del docente nella chat è più di un collegamento virtuale tra le mamme e i bambini, una possibilità di condivisione, un veicolo rasserenante di rapporti umani.
Il riscontro positivo è avvalorato dai messaggi delle mamme che “ritornano ai vecchi tempi”, condividendo le esperienze dei figli.
La scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado hanno dovuto affrontare invece una situazione più complessa, in quanto la didattica a distanza, limitando l’interazione della scuola con gli alunni, a volte provoca ansia e tensione nei genitori.
La prestazione dei docenti, che devono fare i conti anche con la disparità di strumentazioni informatiche nelle famiglie, superato il momento di difficoltà iniziale, si affina giorno dopo giorno, con risultati molto soddisfacenti.
Varie sono le forme di collegamento adottate, miranti al raggiungimento degli obiettivi programmati, dall’interazione con la classe, al processo dì
insegnamento /apprendimento in modalità di smart teaching.
Non si dimentichi la costante interazione tra gli stessi docenti, la necessità di evitare sovrapposizioni di compiti, la garanzia del giusto equilibrio tra attività didattiche e momenti di pausa.
La didattica a distanza funziona meglio di quello che si sarebbe potuto immaginare in così breve tempo.
La scuola allora diventa veramente una comunità educante, anche se a distanza.
Il lavoro è grande e complesso ma “ CE LA FAREMO” .

f.to I Docenti dell’Istituto “Cencelli” di Sabaudia (LT)

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