I PROFUGHI SIRIANI E L'EUROPA

Preoccupati dal problema derivato dal contagio del “ Coronavirus”, la pandemia che ha sconvolto l’Italia e progressivamente l’Europa e poi gli Stati Uniti d’America, quello dei profughi siriani è passato in secondo piano.
Si tratta di migliaia di persone fra cui anziani, donne, bambini che fuggono dalla guerra che ha devastato i loro territori, le loro case, gli ospedali e le scuole.
Questa situazione è stata causata dalla mancata condivisione del regime dittatoriale esercitato attualmente da Bashar al-Assad, Presidente della Siria, che in questo modo si è liberato degli oppositori al suo regime autoritario. Recentemente è caduta anche l’ultima roccaforte dei ribelli al regime: la città di Idlib situata al confine nord occidentale della Siria. Lì si è consumato lo scontro fra i ribelli e il regime, causando la distruzione della città e la fuga della popolazione verso la Turchia.
A questo punto è entrato in gioco il Presidente turco Erdogan. Questi, nel 2015 aveva stipulato un accordo con Bruxelles che prevedeva il pagamento da parte dell’Europa a favore della Turchia di 6 miliardi di euro in tre anni per gestire i rifugiati. Quella somma ricevuta dall’Europa come corrispettivo è terminata e in questo momento in Turchia ci sono 3,6 milioni di profughi a cui si devono aggiungere gli altri che hanno raggiunto recentemente la nazione. Erdogan ha minacciato l’Europa di aprire le frontiere, ed effettivamente lo ha fatto per alcuni giorni, permettendo a molti profughi di raggiungere la vicina isola di Lesbo che fa parte della Grecia. L’incontro tra Erdogan e Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, è servita a ottenere soltanto una tregua.
La situazione sta diventando sempre più drammatica e le vittime sono sempre i civili.
“La Rotta Balcanica” che fu interrotta con l’accordo già citato del 2015, rischia di ricominciare a essere percorsa in massa. Infatti migliaia di profughi si stanno accumulando ai confini con la Grecia per tentare l’ingresso senza avere alcuna tutela, anzi subendo maltrattamenti. La visione di tutte queste persone disperate danno la dimensione del dramma che si sta consumando in questo momento in quella zona del Medio Oriente.
I protagonisti di questo dramma umanitario sono da un lato il Presidente della Siria Bashar al Assad che, dopo essersi presentato al mondo come un leader riformatore ed illuminato, in realtà si è rivelato un dittatore spietato. Con bombe e torture ha schiacciato l’opposizione causando un esodo di massa impressionante.
Dall’altro lato il Presidente della Turchia Erdogan che, sotto l’apparenza di una repubblica parlamentare che sembrava essere riuscito a conciliare Islam e democrazia, è diventato progressivamente un dittatore.
In tutto questo scenario l’Europa è assente ed Erdogan, in presenza di tutti questi profughi disperati al confine della Grecia, sta imponendo il suo ricatto, non volendoli più gestire.
Gli aiuti umanitari non basteranno a risolvere il problema e sicuramente la rotta balcanica sarà l’obiettivo dei profughi. Costoro, che non sono composti unicamente da siriani, ma anche da iracheni ed afgani hanno, secondo me, il diritto di essere accolti.
L’Europa, non accogliendoli, sta dimenticando i suoi obblighi umanitari. Di fronte alle richieste di Erdogan di ottenere altri fondi e l’appoggio politico, l’ Europa farebbe meglio a ripristinare i corridoi umanitari e mettere in atto politiche di accoglienza, se non vuole cadere sotto al ricatto della Turchia. Questo è soltanto il mio parere e confido nelle menti illuminate dell’Unione Europea di trovare una soluzione dignitosa a questo annoso dramma umanitario.

Francesco Ucci

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