LAZIO. ECCO IN AULA COLLEGATO BILANCIO, NON SOLO MISURE PER CRESCITA BUONO SPORT PER RAGAZZI E ANZIANI, STRETTA SU SLOT, CREAZIONE RETE TEATRI EFFICIENTE

(DIRE) Roma, “Potenziare le capacita’ di crescita” del
Lazio e la “riduzione degli oneri amministrativi incombenti su
cittadini, famiglie e imprese”. Il tutto declinato attraverso un
“sistema coordinato di dispositivi di semplificazione e
incentivazione agli investimenti nel territorio laziale” con lo
scopo di “candidare il sistema economico e industriale del Lazio
quale territorio per gli investimenti nel prossimo decennio,
attraverso un combinato avanzato di meccanismi di semplificazione
amministrativa, sostegno economico del singolo progetto di
investimento, promozione di ambiti sperimentali di partenariato
pubblico privato sul tema dell’intelligenza artificiale”.
L’assessore al Bilancio della Regione Lazio, Alessandra Sartore,
ha illustrato cosi’ in Consiglio regionale il cuore del Collegato
alla manovra finanziaria approvata alla fine dello scorso anno.
“Il corpus principale della proposta di legge- ha spiegato-
definisce una piattaforma avanzata di dialogo e accompagnamento
amministrativo per progetti di investimento in attività
produttive”, guardando le cose dal “punto di osservazione del
potenziale investitore, in modo da definire un dispositivo in
grado di ‘affiancarlo’ lungo l’intero ciclo della progettazione e
realizzazione dello stesso”.
Un ruolo centrale per il raggiungimento dell’obiettivo verrà
svolto dal Consorzio industriale unico, che avrà il compito di
“promuovere progetti strategici di innovazione, recupero e
riqualificazione delle aree industriali dismesse, ricercando
investitori nazionali ed esteri, e- ha detto Sartore- promuovendo
le opportunità di investimento nell’economia del territorio”. Il
Consorzio sara’ anche stazione appaltante ai fini
dell’acquisizione di lavori, potrà “stipulare accordi con la
Regione e con i comuni interessati per svolgere le attività
descritte anche al di fuori del proprio territorio di
competenza”. I progetti di investimento che verranno
presentati “saranno oggetto di un ‘accordo regionale di
insediamento e sviluppo’ che attiva una procedura dedicata,
attraverso la conferenza dei servizi, che garantisce certezza di
tempi e contenuti per tutti gli elementi autorizzatori necessari
per la realizzazione dello stabilimento produttivo e per la sua
messa in opera”. Nella conferenza dei servizi preliminare verrà
fornito al soggetto proponente i progetti “ogni elemento utile
alla progettazione esecutiva da presentare nella successiva
conferenza decisoria, al termine della quale, un provvedimento
unico- ha aggiunto Sartore- assorbirà pareri, intese, concerti,
nulla osta o altri atti di assenso per la realizzazione e
l’esercizio del progetto”.
A fianco a questo, sempre “allo scopo di attrarre maggiori
investimenti, il Collegato prevede “numerose disposizioni di
semplificazione dei procedimenti amministrativi in materia
urbanistica, in grado di ridurre significativamente oneri
amministrativi per gli operatori economici per tutte le attivita’
propedeutiche agli interventi di trasformazione o sviluppo
territoriale ed immobiliare connessi all’impiantistica
industriale”.
Accanto alle misure per favorire gli investimenti nel Lazio,
tra i 23 articoli del Collegato ce ne sono altre che riguardano
anche il sociale, la lotta al gioco d’azzardo, lo sport e lo
spettacolo. Su quest’ultima materia, ad esempio, il provvedimento
in discussione prevede “la realizzazione e lo sviluppo di una
rete di teatri efficiente, diversificata, distribuita in maniera
equilibrata nel territorio, al fine di favorire l’integrazione
sia tra i teatri medesimi sia con il contesto sociale e con i
servizi per la mobilita'”, oltre che 2la distribuzione razionale
ed equilibrata delle sale teatrali sul territorio regionale, al
fine di garantire, in particolare, il pluralismo e la presenza
equilibrata
La Regione Lazio introduce il Buono Sport,
cioè un contributo per le famiglie in condizioni di disagio
economico e sociale finalizzato alla “copertura totale o parziale
delle spese effettivamente sostenute dalle stesse- recita
l’articolo della proposta di legge- per consentire ai figli
minori, agli anziani ed alle persone disabili a carico di
praticare l’attività sportiva”. La platea dei destinatari deve
avere un’eta’ compresa tra i 6 e i 17 anni per i minori e
superiore ai 65 anni per gli anziani. Inoltre il reddito Isee del
nucleo familiare dovrà essere inferiore o uguale a 20mila euro
o, in caso di nuclei familiari con a carico un minore
diversamente abile o un anziano, reddito Isee inferiore o uguale
a 30mila euro. Per sostenere questa spesa la Regione
incrementerà di 100mila euro l’anno per tre anni (2020/2022) i
fondi legati al testo unico dello Sport.
Passando al sociale, nel Collegato e’ previsto lo stanziamento di
50mila euro all’anno per il trennio 2020-2022 per la promozione
dell’attività tiflodidattica per i disabili visivi sia in età
prescolare (0-3 anni) sia per tutti gli allievi che frequentano
le scuole di ogni ordine e grado (pubbliche e private),
“avvalendosi- ha spiegato Sartore- del centro Sant’Alessio, quale
azienda pubblica di servizi alla persona disabile visiva della
Regione Lazio senza scopo di lucro”. Infine, la proposta in discussione
introduce una stretta al gioco d’azzardo, e in particolare al
tema delle slot machine e, più in generale, delle macchine da
gioco. Per calcolare la distanza minima (al di sotto della quale
viene imposta la rimozione delle ‘macchinette’ o della struttura)
delle sale gioco dalle aree sensibili viene introdotto il
concetto di “raggio”. Con il cambio di metodo (che in sostanza
vedrà la distanza calcolata in ‘linea d’aria’ nell’area
coinvolta) aumenterà il numero di apparecchi che andranno
rimossi e di sale esclusivamente dedicate al gioco d’azzardo che
dovranno chiudere. I titolari delle sole ‘macchinette’ ad esempio
quelle presenti nei bar) avranno un anno e mezzo per staccarle,
anche se i comuni “possono prorogare il termine- si legge nel
testo- fino a cinque anni”, mentre ai proprietari delle sale da
gioco verranno dati tre anni per chiudere l’attività.

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(fonte foto: globalist.it)

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