MANOVRA. DURA UNA NOTTE LA TREGUA, RENZI E DI MAIO APRONO IL FRONTE PARLAMENTARE

(DIRE) Roma, 22 ott. – Una tregua che somiglia alla quiete prima
di una tempesta: quella che potrebbe scatenarsi di qui a pochi
giorni e per due mesi, in Parlamento, nella sessione di bilancio.
Al termine di un vertice di tre ore la maggioranza trova l’intesa
che sostanzialmente significa prendere tempo sui nodi spinosi
della manovra. Nel frattempo si voterà in Umbria e in Calabria.
Questo in sintesi il compromesso raggiunto ieri. La riduzione
del tetto ai pagamenti in contante da 3mila a 2mila euro
scatterà il primo luglio e non più il primo gennaio 2020.
Slittano anche le sanzioni per gli esercizi che non si doteranno
del Pos e del meccanismo premiale per i pagamenti elettronici.
Slittamento anche per la norma sul carcere agli evasori: la
misura che sanziona con il carcere da 6 a 8 anni chi evade in
maniera fraudolenta per importi superiori ai 100mila euro non va
in vigore subito con il decreto fiscale ma solo dopo la
conversione in legge. Spazio dunque alle correzioni in
Parlamento.

Si annuncia un forte ridimensionamento,
inoltre, della stretta sulle partite Iva: non ritorna il regime
analitico per quelle fino a 65mila euro che continuerebbero a
godere della semplificazione introdotta con la flat tax della
precedente finanziaria. Abolita la flat tax del 15% per cento per
le partita Iva tra i 65 mila e i 100 mila euro.
Canta vittoria Luigi Di Maio che illustra su facebook “buone
notizie per imprenditori, commercianti, artigiani e tutti gli
italiani onesti”. In effetti sono state accolte quasi tutte le
richieste dei Cinque stelle. Ma anche il Pd si dice soddisfatto
con il capodelegazione Dario Franceschini che sottolinea come
“l’intesa sull’inasprimento delle norme per i grandi evasori
adempia al punto 16  del programma di governo e rientri nella
strategia di lotta all’evasione centrale per il governo. Il fatto
poi che nel decreto fiscale sia previsto che le norme entreranno
in vigore non subito ma soltanto al momento della conversione,
garantisce il Parlamento sulla possibilità di approfondire tutti
gli effetti e le conseguenze”.
Ma la maggioranza non fa a tempo a tirare un sospiro di
sollievo, che iniziano i primi distinguo. Di Maio annuncia che
“nei prossimi giorni” continuerà la discussione sul regime
forfettario per i professionisti. E Matteo Renzi, dopo essersi
intestato il merito per il rinvio dell’aumento Iva, annuncia
battaglia in Parlamento “sui microbalzelli, dalla casa allo
zucchero”. Si ricomincia.

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(fonte foto: dire.it)

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