Questione Xylella e Ambientalismo inattivo.

Questo non è un nomignolo: Xylella è un batterio molto pericoloso che ha devastato buona parte dei grandi oliveti che erano e sono un vanto paesaggistico e produttivo della regione Puglia.
Oliveti che si estendono per  duecento chilometri ( anche se maggiormente sono presenti nel Salento), quindi una realtà imponente per il comparto agricolo Italiano.
Raccontando in modo semplice si può dire che i batteri si installano nei vasi presenti nel fusto degli alberi e  che conducono la linfa vitale alle cellule.
Una volta insediati tendono ad ostruire i vasi stessi e la pianta è destinata a seccare, inevitabilmente.
Il batterio Xylella è conosciuto da almeno un secolo e non è mai stato così pernicioso nel Mediterraneo, dove rischia di generare un epidemia molto estesa e pericolosissima.
Non sono ben chiare le cause che  hanno determinato la nascita e lo sviluppo dei primi focolai di Peste degli Olivi, come era detta in origine questa malattia botanica.
Sembra che le origini siano state determinate da piante contaminate provenienti dall’Olanda ed originarie del Costarica, ma è anche grazie ad   un insetto, detto sputacchina, che questi batteri sono veicolati da una pianta all’altra. Peraltro sono insetti che hanno un raggio di azione piuttosto limitato, massimo cento metri di raggio da dove sono presenti.
Dal primo focolaio individuato , nel 2010 a Gallipoli in provincia di Taranto, sono passati quasi dieci anni e grazie ad un approccio poco scientifico e piuttosto animista , sostenuto da una politica “pelosella” e molto attenta a non disturbare un consenso di chiara matrice ambientalista “vetero retrogada”, la condizione dei grandi  e bellissimi oliveti del Salento è di piena distruzione.
Ogni intervento drastico, gli unici possibili in casi come questi, è stato osteggiato a suon di minacce di rivolte da parte di ambientalisti sprovveduti ed in mala fede, sostenuti da politici locali con grandi ambizioni ma totalmente privi di conoscenza.
Si sà, il sapere è osteggiato ed a questo spesso si oppone un “controsapere” fondato su convinzioni quasi tribalistiche  e profondamente arretrate.
In pratica sono stati fisicamente impediti l’abbattimento delle piante infettate ed il ricorso a dosi imponenti di insetticidi mirati. Questo in nome di una concezione del conservatorismo che non ammette interpretazioni e che ha invece sostenuto interventi blandi, per nulla incisivi e fondati su concezioni che poco erano distanti dalle danze propiziatorie e dai riti di sacrifici divini.
Il risultato per la Regione Puglia è stato la devastazione e la perdita di decine di migliaia di piante, oltre che essere diventati un focolaio temuto in tutta Europa del sud.
Non è la prima volta che un minuscolo agente patogeno è causa di distruzione in agricoltura.
La filossera distrusse quasi tutti i vitigni Europei 150 anni fa e fu sempre a causa dell’uomo che diffuse inavvertitamente un insetto che si rivelò essere  il veicolo di trasmissione della malattia.
Ma immediatamente tutte le nazioni, più o meno rapidamente, corsero ai ripari, installando nuove barbatelle resistenti alla filossera.
Speriamo che ora si faccia il dovuto, per il bene della nostra tradizione, per il meraviglioso paesaggio del Salento e per l’economia di questo nostro paese  e si recuperi in fretta il tempo perduto. 

Agostino Mastrogiacomo
Presidente provinciale Acliterra Latina

 

xylella

(fonte foto: italiaolivicola.it)

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