Crisi: ecco tutti gli scenari aperti

(AGI) – Roma, 17 ago. – Sara’ molto probabilmente martedì’ la
giornata clou di questa strana crisi agostana. Che, tra
l’altro, tecnicamente ancora non si potrebbe chiamare crisi,
dato che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non si e’
dimesso ne’ e’ stato sfiduciato. Ecco dunque, mentre via social
i leader politici si scambiano stilettate e occhiolini, cosa
potrebbe succedere.
In realtà’, tutto e’ ancora possibile: sia le elezioni
anticipate, che un governo gialloverde che uno giallorosso.
Saranno i partiti, insieme al premier, a dover sciogliere i
nodi e a compiere delle scelte, che verranno poi controfirmate
dal presidente Sergio Mattarella. Ma ecco, passo passo, i
possibili scenari.

  • Martedi’ alle 14,30 si riunisce la conferenza dei
    capigruppo del Senato per decidere i tempi della seduta che
    mezz’ora dopo vedrà’ Giuseppe Conte fare le sue comunicazioni
    in aula. Allora si capirà’ se e chi ha deciso di presentare una
    risoluzione, di sostegno o di critica, sulle comunicazioni del
    premier. E se il premier di li’ a poco chiederà’ la fiducia su
    queste risoluzioni. Martedì pomeriggio a palazzo Madama,
    dunque, si capirà’ quali saranno i primi passaggi formali della
    crisi.
  • Conte potrebbe infatti non attendere il verdetto
    dell’aula, salire al Quirinale e dimettersi. A quel punto
    Mattarella potrebbe chiedergli di restare per il disbrigo degli
    affari correnti e aprire le consultazioni. Conte sarebbe
    dimissionario ma non sfiduciato. Dalle consultazioni potrebbero
    emergere diverse ipotesi. Di Maio potrebbe non accogliere i
    tentativi di dialogo della Lega e avviare un confronto con il
    Pd. In quel caso, dopo un veloce confronto tra i due partiti e
    dopo aver riferito a Mattarella, quest’ultimo potrebbe
    incaricare un nuovo premier indicato da M5s e Pd. Oppure Di
    Maio potrebbe riavviare un canale di dialogo con la Lega, i due
    contendenti potrebbero tornare sui propri passi e il governo
    Conte potrebbe tornare alle Camere per avere una nuova fiducia.
    Lega e M5s potrebbero anche accordarsi sull’indicazione di un
    nuovo premier. A quel punto le dimissioni di Conte verrebbero
    formalizzate e si passerebbe a un nuovo incarico.

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