Partita aperta, mosse e contromosse, diplomazie al lavoro

Di Maio e i grillini continuano a dire di tagliare i parlamentari e poi di voler andare alle elezioni, ma se volessero veramente un risultato, non avendo ora la maggioranza, potrebbero tagliare gli stipendi, dimezzandoli, non il numero dei rappresentanti. Sarebbe una soluzione più facile ed efficace, anche più condivisibile.
Questo è un esempio di soluzione mediata, che unisce e più semplice da attuare, ma loro non sono abituati al ragionamento.
Grillo ribalta, cerca di ribaltare la situazione, capendo che il voto anticipato sarebbe un danno per gli italiani e una catastrofe per il suo movimento, e chiama i suoi ad una funzione “riformatrice”che coinvolga tutti coloro che prima non capivano e che oggi riconoscono la loro centralità.
È Roberta Lombardi, storica esponente pentastellata, a tradurre le parole del loro leader con una apertura ad un Governo di garanzia che faccia la manovra e poi una legge elettorale seria.
Circola il nome di Carlo Cottarelli come Presidente del consiglio, un trasferimento di Conte al Ministero degli Esteri, modifiche in alcuni ministeri con l’ingresso di esperti di area cattolica e liberale.
Entrambi individuano in Salvini e nella Lega una orda barbarica che va sconfitta da tutte le forze democratiche. Il Messaggero riporta il pensiero di Enrico Letta, che condivide la tesi della Lombardi ed ipotizza una fase istituzionale che rassereni l’Italia e gli Italiani.
Sulle tesi Letta, incredibile, ma vero, Matteo Renzi e Dario Franceschini.
A Franceschini alcuni giornali attribuiscono l’idea di una maggioranza ampia che governi per tutta la legislatura, eleggendo anche il prossimo Presidente della Repubblica.
Forza Italia? Non parla, avendo anche una residuale ipotesi di una improbabile alleanza elettorale con Salvini e Meloni. In realtà Silvio Berlusconi, come abbiamo già scritto, aveva previsto tutto scaricando Toti e facendo prevalere l’anima popolare del partito, quella che apriva ad una nuova alleanza moderata contro i sovranisti. Antonio Tajani è al lavoro per coprire la nascita di una nuova maggioranza e poi la trasformazione di Forza Italia nel PPE nazionale, anche questo lo avevamo anticipato. La maggioranza europea che ha dato la fiducia alla Presidente della Commissione era appunto formata da Forza Italia, Partito Democratico e dal Movimento Cinque Stelle. Un avvenimento politico
che ai più era sfuggito, ma che noi avevamo previsto come una legittimazione internazionale di una nuova intesa politica.
Sarà questa alleanza ad indicare il nuovo Commissario europeo alla concorrenza?
La Lega poteva scegliere il nome per una funzione strategicamente importante e ha declinato pur di giocare al rimpasto.
Un ruolo, quello del Commissario alla concorrenza, che si confronta nella partita Usa-Cina e che controlla le multinazionali.
Le parole del Santo Padre sulla pericolosità dei sovranisti hanno svegliato il mondo politico, non tanto come monito di riflessione, ma come allarme per un reale pericolo sovversivo, disumano ed antidemocratico.
Lo ha detto il Papa, non uno qualunque, ma un Capo di Stato che ha il reale quadro della situazione in Italia e nel Mondo e che, per esperienza personale, conosce le derive antidemocratiche, come accadde nella sua Argentina.
Oggi una intesa Cinque Stelle, PD, Forza Italia e +Europa non è un inciucio, ma un ampia maggioranza parlamentare per preservare la democrazia da un pericolo certo e per garantire un equilibrio finanziario al popolo italiano, magari puntando a misure generative per lo sviluppo economico.
Gli italiani torneranno a votare, non solo perché avranno una nuova data elettorale, dopo una nuova legge elettorale, ma torneranno, diminuendo l’astensione coinvolti da nuovi progetti politici e non dalla propaganda.
Salvini in tutto questo? Salvini aveva tutto, ha tirato la corda, ha bleffato e ora ha tutti contro. Non solo, con una riduzione dell’astensionismo, il suo 34%, andrebbe sotto soglia 30%, tutto a vantaggio di un nuovo soggetto riformatore, popolare, europeista, che attrarrebbe nuovamente al voto gli elettori estranei alla attuale offerta partitica.
Giorgia Meloni o è accolta da Salvini oppure è fuori gioco.

Franca Parola

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *