Il Caso Bibbiano

Sulla dolorosa vicenda di Bibbiano voglio esprimere alcuni punti che mi sono a cuore.
Il primo è che gli e le assistenti sociali svolgono un compito gravoso e dai risultati talvolta infruttuosi. Non per causa loro, il più delle volte.
Essi, esse , in presenza di minori a rischio hanno un potere enorme.
Hanno il potere (e dovere) di segnalare presso il giudice competente un grave rischio per il minore o i minori che seguono o di cui sono venuti, venute, a conoscenza.
Ovvero hanno il potere di attivare le procedure  che poi potrebbero , per decreto di urgenza, sottrarre ai propri genitori i minori individuati come a rischio .
E dove c’e un potere enorme esiste sempre un difetto enorme ed un pericolo enorme.
Ma quali sono le condizioni che determinano un rischio per il minore?
Sopratutto due: se esiste un rischio per la salute del minore , nel senso che vive in condizioni di pericolo per la sua sanità fisica , mentale e di crescita  o se esiste un pericolo diretto di danni e lesioni proprio all’interno del nucleo familiare.
Si tende , nella quasi totalità degli interventi sociali verso nuclei familiari con minori, a non ricorrere a questo strumento ma a privilegiare e sostenere la permanenza del minore in famiglia. Sono direttive precise, previste nelle linee guida dei ministeri competenti.
Poco c’entra lo stile di vita, ad esempio, dei genitori se il normale percorso di crescita del minore all’interno del nucleo familiare procede senza ostacoli .
Per intenderci:  per paradosso se la madre è una prostituta ma il figlio va a scuola pulito, nutrito, in salute e in buona relazione con se e gli altri bambini non esistono le condizioni di sottrazione del minore alla propria famiglia.
La vicenda di Bibbiano sembra avere grandiose anomalie: in buona fede( e scadente professionalità) alcuni operatori del settore hanno assecondato un probabile disegno criminoso ordito da pochissime persone: due o tre.
Cosa gravissima, senza si e senza ma.
Diverso è affermare che esiste un allarme nazionale ed una specie di complotto diffuso per dividersi utilità e potere tra assistenti sociali e case famiglia.
Sarebbe come dire che la politica è un complotto diffuso messo su da loschi individui per spolpare le casse dello stato e il paragone può trovare numerosi paralleli di confronto.
Insomma in un impeto nazionale oggi in molti vogliono giustizia per i minori ingiustamente sottratti alle famiglie. Non posso che essere d’accordo.
Ma lo ero anche nei casi di Rignano Flaminio e del Modenese dove invece anni fa  tanti italiani ed italiane sorsero su a chiedere pena di morte o peggio contro maestri e maestre, sacerdoti, genitori, persino un benzinaio bengalese ed un autore televisivo tutti colpevoli di atti esecrabili e violenze inaudite contro dei bambini .
Tutti innocenti, totalmente estranei a quanto gli veniva imputato.
Ma la mia indignazione è massima e poco condivisa quando minori sottoposti a vessazione a scuola o indotti alla prostituzione vengono lasciati per lunghi  mesi nella loro condizione, per essere sorvegliati ed intercettati in quanto utili ad accumulare prove da esporre in giudizio contro i colpevoli di tali atti inqualificabili.
Ma la tutela del minore,anche in questi casi, è o no la prima cosa?
Quindi consiglio prudenza più che prurito.

Lambertus

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(Fonte foto: Il Messaggero)

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