ROMA: DANESE (TERZO SETTORE), ‘BANDO COMUNE ALUNNI DISABILI MINA CONTINUITÀ SERVIZIO’

Roma, 25 lug. (AdnKronos) – «Il bando del Comune di Roma mette all’asta i bambini senza rispetto di qualità e continuità, revocatelo». Così la presidente del Forum del terzo settore del Lazio Francesca Danese sul bando triennale del Comune che trasferisce 152 milioni di fondi regionali per l’affidamento del servizio educativo per l’autonomia degli alunni con disabilità delle scuole d’infanzia comunali e statali,primarie e secondarie di primo grado statali. «L’intento di uniformare il servizio, garantendo lo stesso livello di qualità e assistenza a tutti i bambini indipendentemente dal municipio in cui hanno la fortuna o sfortuna di vivere, è stato smentito dalla mole di criticità che l’accordo-quadro provocherà nel servizio che invece dovrebbe essere flessibile e plasmato sui bisogni degli alunni», ravvisa Danese, che aggiunge senza mezzi termini: «Così com’è quel bando è illegittimo, inservibile a garantire il miglior servizio possibile e il rispetto dei diritti di lavoratori, famiglie, bambini». La portavoce del Forum del terzo settore del Lazio che si associa alle rivendicazioni delle tre centrali cooperative del Lazio (Agci Lazio Solidarietà, Confcooperative, Federsolidarietà e Legacoopsociali) che chiedono la revoca del bando e la convocazione urgente di un tavolo con la sindaca Raggi, l’assessora Baldassarre, il dipartimento Servizi Educativi e Scolastici e la Centrale Unica di Committenza di Roma Capitale. ‘compromessa la continuità dell’assistenza (AdnKronos) – «È compromessa la continuità dell’assistenza, uno degli elementi essenziali del servizio – prosegue Danese – da una cinquantina di lotti, tre o quattro per municipio si passa a 30 lotti che saranno affidati a 30 enti gestori, con una forte alternanza degli operatori. I parametri di valutazione del bando non consentiranno a tutti gli operatori attuali di continuare a lavorare, infatti i requisiti richiesti dal bando impongono alle cooperative di mettere in campo operatori con determinati requisiti che non sempre coincidono con quelli che posseggono gli operatori che attualmente operano». «Questo – rileva Danese – inciderà sull’occupazione, perché le cooperative saranno costrette a licenziare gli operatori privi dei requisiti richiesti dal bando con buona pace delle dichiarazioni dell’assessora Baldassarre sul mantenimento dei livelli occupazionali dei circa 3mila operatori attuali, la gara ne prevede 1804 circa il 40% in meno. Con che criterio è stato compilato un bando che, peraltro, prevede una tariffa base d’asta, su cui verrà operato il ribasso, che non riconosce l’aumento del 6% previsto dal contratto nazionale di riferimento il 21 maggio 2019. Sicuramente l’assessore dirà che il bando prevede un adeguamento ma come si realizzerà, ci chiediamo,se col vincolo delle risorse in bilancio non ci potrà essere alcun adeguamento dei costi di lavoro». Poi Danese passa all’analisi dei lotti. Anche la «lotteria dei lotti – attacca – smentisce l’ambizione dell’uniformità del servizio: siccome ogni partecipante può ottenere l’aggiudicazione di un solo lotto, partendo dal lotto 1 e poi a seguire sino al 30° succederà che il primo lotto sarà assegnato sicuramente alla cooperativa che garantirà il miglior rapporto qualità/prezzo e l’ultimo, il 30°, a quella che avrà raggiunto un punteggio complessivo sicuramente molto inferiore e che percepirà un compenso più alto per un servizio più scadente».

‘le prestazioni aggiuntive senza oneri degli operatorì  «La clausola sociale non sarà sufficiente a garantire la continuità del rapporto alunno-operatore. Sarà scelta delle imprese decidere se assumere gli attuali operatori – spiega ancora Danese – la clausola sociale è un impegno solo al ricorrere di determinate condizioni, ed è prevista per tutelare il posto di lavoro non i minori con disabilità. La gara amplifica le problematiche legate all’instabilità degli operatori». «Un altro elemento di illegittimità – osserva – consiste nella pretesa di prestazioni aggiuntive senza oneri per l’amministrazione. L’amministrazione come pretende ore aggiuntive di operatori senza prevedere il relativo costo? Mica si pretenderà che quelle prestazioni le fornisca il mondo del volontariato? E che fine ha fatto il mantra della legalità?». «D’alta parte sui punti contestati al Comune già si sono espressi i tar con diverse sentenze richiamate anche dalle centrali cooperative, una del Tar di Puglia secondo cui ‘È illegittimo un bando di gara che prevede un determinato importo a base d’asta, senza tener conto dell’adeguamento dell’importo a base di gara, a seguito della rettifica della stima dei costi della manodopera. L’altra del Tar dell’Umbria 2018 che nega la possibilità di ammettere la valutazione dell’offerta di servizi aggiuntivi poiché comportano un’artificiosa riduzione del costo orario della prestazione, come regolata dai relativi contratti collettivi nazionali».

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(fonte foto: Forum Terzo Settore)

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