Tra Scrittore Sumero e Viandanti Sociali: raffinato equilibrio

Messaggio watsapp, un vecchio amico, ecco il testo:«sei in Piemonte? Non perdere tempo con gli egiziani, vai al museo della Juventus».
Tra Egitto e calcio mi viene in mente Mido, vi ricordate il centravanti che veniva dalla Piramidi, giocò tra Ajax, Roma e Tottenham? Un Faraone di quasi due metri che un giorno litigo’ con Zlatan Ibrahimovic e gli tirò le forbici appuntite per fargli capire che voleva tagliarlo dalla lista degli amici. Pensate che dopo gli allenamenti facevano le gare in auto sulla tangenziale di Amsterdam. A proposito di automobili e a Torino; dal XIX secolo il capoluogo piemontese è la capitale dell’auto, Fiat Lux, e ci voleva l’Appendino per far trasferire il Salone dell’Auto a Milano. Un fenomeno l’Appendino, mi ricorda la sua amica Raggi, quella che scaccio’ la sventura delle Olimpiadi e poi fece i complimenti al Sindaco di Milano per aver avuto assegnate le olimpiadi invernali. Ci fa o ci è? Chi la votò dimentichi questo errore, anzi lo ricordi. La Appendino dovrebbe lasciare, come la Raggi e  questa generazione di fenomeni improvvisati. Veramente inadeguati. Torniamo ai Musei, da quello Egizio un giorno una mummia prenderà coraggio ed invitera’ l’Appendino ad usare le fasce tricolori stipate in armadio con la stessa funzione di quelle egiziane che da qualche millennio la rivestono, così da non fare più danni.
Comunque, io, per la cronaca ascoltai il consiglio ed andai allo Juventus Stadium e al Museo bianconero. Un progetto ben fatto, eccellente, oltre un milione di visitatori dall’apertura. È stato costruito durante le sindacature di Chiamparino e Fassino, l’Appendino ancora non c’era. Far fuggire il Salone dell’Auto da Torino, non ci credo. Non ti piacciono le macchine, allora vada per il treno: neanche, anche la Tav per Lione non la vogliono. Come dice il suo sodale Toninelli, un altro campione, a chi
può venire in mente di andare a Lione? La Tav è veramente utile? Risposta: pensate se privassimo Roma delle fermate Metro del centro. Sono inutili: la Raggi anche questo ha fatto. Torniamo al Mueso della Juventus, squadra con le stelle vere. Vidi Omar Sivori, Angelo dalla faccia sporca, aveva i calzettoni calati, guardò la fotografa che ci riprendeva e disse: “hombre, che muchacha, a me Charles a te la bella senorita?”. Jhon Charles? Il gigante buono, grande centravanti gallese
Il mondo si sintetizza nel tridente Sivori, Charles e Boniperti, ecco le migliori tre anime che rappresentano l’umanità. Sivori, estro, fantasia ed irriverenza, Charles, forza, altruismo e bellezza, Boniperti, costanza, serietà e classe. Raffinato equilibrio. Non posso non guardare un altro trio delle meraviglie Platini, Le Roy, Baggio, divino, e Del Piero, il capitano. Torino, il Piemonte, hanno questa elegante tradizione. Una tradizione raffinata, che si abbina ad una orgogliosamente operaia: vi ricordate il Toro di Mindonico in finale di Coppa Uefa contro l’Ajax spaziale? Grande Mondonico che si inventò Casagrande, centravanti brasiliano, in difensore centrale. Una Città, una Terra, che ha espresso tanto. Se passeggiaste per via Lagrange nel Capoluogo piemontese, in centro, trovereste la casa dove nacque e morì Camillo Benso Conte di Cavour. Pensate nacque lì, morì nella stessa casa, orgogliosamente piemontese legato per prestigio e ricchezza a quella Terra, amplia
il Regno, trasforma Torino nella capitale d’Italia, la sua città capitale di un nuovo grande Regno e poi cosa fa? Fino all’ultima energia si batte perché Roma diventi la Capitale del Regno. Il 27 marzo 1861 in Parlamento a Torino fa votare la scelta di Roma Capitale, morì il 6 giugno 1861. Non partecipò all’ effettivo compimento della sua visione, ma fu artefice della realizzazione.  La visione è la bussola della politica, è quel gol che
nessuno vede prima della realizzazione se non il fuoriclasse. Scelse naturalmente Roma, come disse, ma anche generosamente.
Cavour, tra Torino e Roma, lui e i nostri Padri non furono eroi perché dilapidassimo tutto con una banda di incapaci e un manipolo di sovranisti speculatori. Non posso chiudere questo articolo sulla sciagura gialloverde, ma su un tunnel. I tunnel erano un gesto di irriverente classe di Omar Sivori, ma anche un’opera straordinariamente utile, come quello ferroviario del Frejus. Proposto da un italo francese di Lione, Francesco Giuseppe
Medaill; vedete che Torino-Lione è una bella storia antica da non depauperare? Partirono i lavori nel 1857, fu inaugurato nel 1871. Quest’opera fu voluta, considerata strategica, da tutta la classe dirigente, da Cavour a Quintino Sella, anche se c’erano i No Frejus, non scherzo, ma nessuno li ricorda, ovviamente. La cosa particolare che vi consegno lo sapete quale è? Il primo treno che vi passò, 1972, era il “Valigia delle Indie”, Londra – Brindisi.
Ho detto tutto, come sanciva   l’arguto Peppino De Filippo. Mi raccomando, chiudiamo l’Italia, sia il tunnel a Bardonecchia, che il porto a Brindisi. Nota a margine: l’Italia è un Paese dal raffinato equilibrio, non a caso, la Capitale a Roma e gli scudetti alla Juventus.
Scrittore Sumero

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