Alleati, poi complici e ostaggi di Salvini -La metamorfosi grillina nell’alleanza di governo

Etica news – 13 giugno 2019
Alleati, poi complici e ostaggi di Salvini

La metamorfosi grillina nell’alleanza di governo
(di Massimo De Simoni)

Le recenti elezioni europee hanno dimostrato come il primo anno di governo abbia
logorato i cinque stelle oltre ogni ragionevole previsione a causa di una evidente
subalternità politica rispetto alla Lega e a Salvini in modo particolare.
L’accordo-contratto ha infatti creato le condizioni di una vera e propria complicità
quando il Movimento è stato costretto ad accettare dei compromessi con alcune
impostazioni che erano alla base della sua stessa esistenza politica; e la complicità,
come è noto, indica la condivisione di azioni e obiettivi non leciti.
Condoni e sanatorie, anche chiamandoli “pace fiscale”, rimangono pur sempre
condoni e sanatorie; salvare Salvini dal processo per il sequestro dei migranti sulla
nave Diciotti per il solo fatto che la violazione di legge operata dal Ministro
dell’Interno rappresentava la linea politica del governo, introduce un principio
pericoloso che può aprire le porte ad altre violazioni di legge che trovassero in futuro
un consenso del ministro o del governo pro-tempore.
Tutto ciò non è in contrasto solo con il tanto decantato “rigorismo” grillino, ma
soprattutto con i principi della certezza del diritto e della divisione di poteri tra
organi dello Stato.
Dopo la fase della complicità e dei prezzi elettorali che per questo ha pagato nelle
elezioni europee, per il Movimento cinque stelle si apre una fase ancora più delicata
che lo vede di fatto in ostaggio della Lega per l’impossibilità da un lato di sostenere
con forza una propria iniziativa politica e dall’altro di invocare elezioni anticipate che
vedrebbero i pentastellati fortemente ridimensionati rispetto al voto politico del
marzo 2018.
Il Salvini tonificato dal risultato elettorale tenderà a dettare l’agenda politica
lasciando sempre meno spazio alle ragioni dei cinque stelle, potendo contare su un
atteggiamento molto morbido di Di Maio ed altri esponenti del Movimento per i
quali la chiusura di questa esperienza di governo segnerebbe anche la fine della loro
avventura politica.

Il nuovo decreto-sicurezza con il quale il Ministro dell’Interno accentra su se stesso
poteri e funzioni sottraendole ad altri dicasteri, come anche l’annuncio di
provvedimenti economici e riforme della giustizia da parte dello stesso Salvini, senza
che i cinque stelle battano ciglio, indica lo sbilanciamento politico che si sta
producendo nel governo in seguito al risultato elettorale del 26 maggio.
Come finirà? E’ difficile dirlo con certezza, ma se Di Maio e company saranno presi
dalla cosiddetta “Sindrome di Stoccolma” potrebbero addirittura provare un
sentimento per chi li tiene
politicamente in ostaggio e quindi proseguire nell’attività
governativa; e poi ad essere presi in ostaggio sarebbero gli italiani.

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