“Progetto Italia – Progetto Europa” , Lazio Sociale intervista Ernesto Preziosi

Argomenti 2000, l’associazione di amicizia politica, guidata da Ernesto Preziosi, che riunisce, in una rete di Circoli presenti nelle varie regioni, persone dell’area cattolica impegnate nell’ambito sociale e politico, ha lanciato lo scorso ottobre la “Costituente delle idee”, un’occasione di confronto e di prospettiva che ha visto il coinvolgimento di diverse realtà.
Si è discusso su temi importanti per il nostro Paese, come la salute, la formazione culturale, il lavoro, immigrazione, e su questi temi sono state elaborate alcune idee e proposte concrete. Il confronto è proseguito su tutto il territorio nazionale.
Alessandra Bonifazi ha intervistato per Lazio Sociale, Ernesto Preziosi, Presidente dell’Associazione Argomenti 2000, già Deputato e Vice Presidente dell’Azione Cattolica.

D – On. Preziosi, in questo periodo c’è molto fermento tra le realtà associative e politiche che spingono verso un nuovo impegno politico dei cattolici, da una parte c’è la proposta lanciata dal Cardinale Bassetti, Presidente della CEI, riguardo la costituzione dei “forum civici”, dall’altra si sente parlare di un partito dei cattolici che nasca dal basso, mentre è soltanto di alcuni giorni fa la lettera del Presidente dell’ Azione Cattolica, pubblicata su Avvenire, il quale afferma che il nostro Paese, più che di un partito dei cattolici, abbia bisogno di una vera politica, qual è la sua linea di pensiero al riguardo?

R – Nella fase storica che stiamo vivendo sono avvenute e sono in corso trasformazioni profonde. L’impegno politico dei credenti non è un impegno in astratto ma nasce e si pone come risposta alla storia in cui si vive, è quindi necessario partire da una analisi di questa realtà; anche le proposte, gli strumenti che possiamo trovare, devono essere adeguati a questa fase, ai cambiamenti in atto. Un partito cattolico o d’ispirazione cristiana può nascere non in astratto ma in base ad una necessità riconosciuta. Non credo che questa oggi sia la risposta più adeguata. So che i cattolici debbono dare un contributo attivo, riconoscibile.
La situazione in cui ci troviamo ci parla di una profonda trasformazione e insieme di una crisi, evidente a tutti, che riguarda la democrazia nel nostro Paese. C’è il rischio che la democrazia rappresentativa possa essere sostituita da forme diverse, apparentemente di democrazia più diretta ma che in realtà portano ad una “non democrazia”. Inoltre assistiamo ad una crescita di una cultura e di una politica di destra, espressa anche da forme di una violenza incredibile, di xenofobia, forme di sovranismo che sono inaccettabili i per un pensiero sociale cristiano. È in atto un cambiamento della realtà che incide nella cultura e nella vita delle persone. Registro anche la difficoltà di arginare questa deriva; non solo sul piano culturale ma anche su quello politico; dove l’opposizione parlamentare è debole, manca di una vera proposta alternativa, di una visione aggregante. C’è il rischio che anche tanti credenti, in buona fede, seguano le chimere che appaiono all’orizzonte.

D – Quali altri cambiamenti possono aver sollecitato i tentativi di mettere in campo un partito di ispirazione cristiana?

R – Un altro aspetto che influisce sulla propensione di alcuni a mettere in campo un eventuale partito di ispirazione cristiana, è la modifica della legge elettorale, avvenuta alla fine della legislazione scorsa, con l’introduzione di quote di proporzionale. Uno dei motivi per cui nel recente passato era difficile proporre un partito di ispirazione cristiana era che il sistema maggioritario creava la competizione tra due poli maggioritari. Un equilibrio già saltato quando il movimento dei 5 stelle era riuscito ad inserirsi tra i due schieramenti. In ogni caso l’attuale sistema elettorale con quote di proporzionale porta a dire che ci sarebbe uno spazio politico per collocare anche un ulteriore partito, eventualmente di ispirazione cristiana.

D – Vede proposte possibili?

R – Tra le varie proposte di diverso valore, vedo tentativi fatti da persone di buona volontà, sicuramente stimabili che esprimono progettualità condivisibili ma non in grado di aggregare una realtà sufficientemente ampia; vedo tentativi deboli, legati soprattutto a forme di nostalgia, di rimpianto. È evidente che la situazione disorientante in cui ci muoviamo può dare voce ad un rimpianto che porta a vedere in un quadro idilliaco quello che è stato il passato (che invece, come sempre, ha luci e ombre).

D – Ha senso in questo momento ricorrere ad una proposta di questo tipo?

R – Occorre fare due ulteriori riflessioni. La prima è rivolta a ciò che motiva una domanda in tal senso, mentre la seconda riguarda lo stato di salute del mondo cattolico. La domanda esiste ed è legata a diversi fattori, oltre a quelli richiamati, ha un peso il giudizio sui fallimenti dei soggetti in campo, la delusione di molti. Una delusione rispetto il ruolo che il pensiero sociale cattolico ha potuto avere in partiti che dovevano essere plurali. Anche se di per sé la delusione da sola non è un motivo sufficiente. In secondo luogo va considerato quanto è cambiato nel mondo cattolico: la frammentarietà. In questo momento neppure un eventuale richiamo ufficiale, ipotetico, rivolto a tentare la strada di una unità partitica, potrebbe trovare una risposta di rilievo da parte del mondo cattolico; con le difficoltà delle associazioni tradizionali, dei corpi intermedi, la mancanza di una cultura condivisa. Ecco, nell’insieme mi pare ci siano tanti elementi di criticità che non consentono di andare nella direzione di un partito di ispirazione cristiana. In un momento in cui il Paese è diviso, i cattolici debbono favorire una tessitura su valori e proposte condivise. Più che un soggetto partitico, va favorita un’area di appartenenza vasta, fatta di elaborazione culturale e di proposte in grado di essere percepite come utili a risolvere i problemi delle persone. Esistono in proposito numerosi tentativi ed è, nel nostro piccolo, il lavoro che stiamo facendo da quindici anni come associazione.

D – Ma sul piano politico…

R – Sul piano politico e nel breve periodo credo invece che ci siano strade diverse. Se siamo preoccupati per la deriva che il centro destra ha preso, che sta paralizzando anche il sistema parlamentare creando grandi difficoltà, dobbiamo guardare nello schieramento al centro sinistra, a quello che può essere un punto realistico di coagulo per costruire un’opposizione che non sia solo una diga contro ma sia una proposta alternativa, con precisi contenuti politici. In questo senso il partito democratico, non tanto per la sua realtà attuale ma se sceglie di riprendere quello che ne è stato il progetto iniziale, rappresenta un’opportunità perché potrebbe diventare il perno di una necessaria coalizione che fronteggi questa deriva di destra. Ma con una proposta di realistica alternativa di governo; ora bisogna investire prima di tutto nel partito democratico, soprattutto per chi ne fa parte e questo vuol dire inserirsi nel percorso congressuale.

D – Al riguardo, all’interno di Argomenti 2000 si è formata una aggregazione “Progetto Italia – Progetto Europa” che sostiene la candidatura di Nicola Zingaretti, come nasce questa scelta?

R – Purtroppo il modo in cui si è arrivati al congresso del PD, il grande ritardo rispetto un chiarimento, che andava messo in calendario diversi mesi fa, così come la difficoltà di girare pagina rispetto il renzismo e l’azione che Matteo Renzi ha continuato a svolgere, costituiscono altrettanti fattori che hanno rallentato una normale dialettica democratica. Tutti sono una risorsa e molto di ciò che è stato fatto nei cinque anni precedenti è riassumibile come valido; ma di fronte ad una sconfitta elettorale di quella portata è indispensabile girare pagina, democraticamente appunto. Sarebbe stato ad esempio il caso di trovare candidature altre, coinvolgere i mondi che sono intorno al partito, anziché riproporre una dialettica che è solo interna ed è rivolta all’indietro. Si è perso tanto tempo. La società continua a non capire queste diatribe interne ed è invece attanagliata dai problemi reali e concreti delle persone. Adesso c’è la necessità di elaborare delle proposte di livello, di aprire un confronto con la società civile e individuare figure totalmente nuove da mettere in pista in questa fase. Per provare a cambiare, tra i candidati che ci vengono presentati, la scelta va nella direzione di Zingaretti che non era all’interno della vita partitica, ma viene dall’esperienza amministrativa, quindi ha buona pratica di amministrazione, prima in provincia e poi in regione, e può avere, stante la situazione attuale, le carte in regola per consentire di girare pagina ma, soprattutto, di dare forza ad una prospettiva di ricostruzione del partito democratico. Ritengo che la ricostruzione debba riprendere il progetto iniziale, che voleva un partito plurale, inclusivo, democratico nelle dinamiche interne, capace di rispondere ai problemi di oggi con una nuova elaborazione culturale e politica. Il percorso che ci porterà al congresso dei primi giorni di marzo dovrebbe avere la capacità di aprire una nuova prospettiva anche di partecipazione. Chiunque sarà segretario dovrà saper lavorare con tutto il partito, rilanciando la proposta, ricollegando le persone e anche le tante realtà civiche che abbiamo intorno. La sfida è mettere in campo un qualche cosa che non sia solo in maniera evocativa, un schieramento anti sovranista, fatto da figure mediatiche, giocato sulla comunicazione, ma che sia una proposta alternativa di politica vera che riguardi i problemi della gente.

D – Perché avete promosso un’ulteriore sigla rispetto ad Argomenti?

R – Argomenti 2000 è un’associazione che coinvolge persone di varia provenienza e agisce nel campo della cultura politica, della formazione; quindi non strettamente riconducibile ad un partito e alle sue dinamiche. All’interno di Argomenti 2000, abbiamo così operato un distinguo importante: l’associazione si colloca su un terreno di cultura politica, al suo interno vi sono persone che opereranno scelte diverse; anche tra coloro che aderiscono al partito democratico, in questa fase congressuale, vi possono essere scelte diverse: quindi una grande libertà e massimo confronto. All’interno di tutto questo, la maggioranza di coloro che aderiscono al PD si sono confrontati in un incontro a livello nazionale e hanno individuato nella scelta del candidato Zingaretti anche la possibilità di mettere in campo uno strumento che, nelle nostre intenzioni, vorrebbe essere in questo momento non solo di sostegno alla candidatura di Zingaretti ma anche far crescere una componente dentro il partito democratico del futuro. Un raccordo che possa rendere evidente la presenza del cattolicesimo democratico. Abbiamo denominato questo strumento, “Progetto Italia – Progetto Europa”, per dire che i due orizzonti dell’impegno politico sono tenuti insieme da un’unica idea di progettualità che riguarda il nostro Paese ma in un contenitore che ha i confini dell’Europa. E questo in vista anche delle prossime elezioni che ci saranno in primavera; abbiamo rafforzato questo progetto con alcuni incontri che sono in corso e che faremo sui territori di alcune regioni.

D – È un impegno rivolto solo ai cattolici?

R – Direi di no, tutto questo percorso non riguarda solo i credenti ma tutti i cittadini. I credenti che agiscono in questa situazione, in mezzo a tante difficoltà, debbono sempre mantenere un senso di stima e di rispetto anche per chi compie scelte diverse, senza creare contrapposizioni; operare perché possa essere offerta una buona politica, tale da consentire di rinnovare il sistema democratico, e partecipativo. Certo andranno trovate forme nuove, ma non forme, come sta accadendo in Parlamento in questi giorni che, surrettiziamente tolgono vigore alle nostre istituzioni, bensì forme che, in una società molto cambiata, consentano la partecipazione dei cittadini ed in definitiva assicurano la libertà.

D – Iniziative future di Argomenti 2000?

R – Proprio in questi giorni parte un Forum online di partecipazione civile, dedicato all’Europa. È un’iniziativa nuova per noi, che abbiamo promosso insieme ad alcune fondazioni culturali come la Adenauer e l’Istituto Sturzo.
Gli amici che si riconoscono nella proposta “Progetto Italia – Progetto Europa” inoltre, il 9 di febbraio si ritroveranno a Roma un incontro nazionale dell’associazione tra quanti sostengono Zingaretti ma con la speranza che vengano anche tanti altri amici che vogliono intervenire per consentire anche di far vedere che questo appoggio non è solo alla persona ma sui contenuti. E per questi si può attingere alle proposte della Costituente delle idee (si v. www.argomenti2000.it ), che abbiamo messo a tema, perché il contributo deve essere soprattutto politico e passare per precise proposte, e non solo con la contrapposizione di persone.

 

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