La maestra di Latina e la costruzione del mostro

Leggo e resto basito, sono vecchio e si capisce. Una maestra di Latina, 69 anni, è accusata di picchiare i suoi bambini. Subito il mostro, i giornalisti militanti si avventano su lei, come sciacalli su un leone morto. Giudizi senza appello, appelli a telecamere e… nessun dubbio. Una donna di 69 anni che ancora deve lavorare e già questa è una offesa, una maestra che è anche nonna e madre, non sarà come tutte le maestre del mondo. Ho avuto un maestro duro, ma questo mi ha fatto uomo e non negato l’umanità. Non conosco il fatto imputato alla maestra, conosco, invece, la macchina dell’informazione che è un rullo compressore di carezze nel verso del gatto, e il gatto, in questo caso, è il bisogno del mostro della gente. Non conosco il fatto, ma come sono andati a finire tanti fatti si. Non era mai  quello che appariva. Re Salomone davanti a due donne che dicevano di esser madri dello stesso bimbo decise di dividerlo in due e darne metà ciascuno, una delle madri disse “no, meglio che lo dai a lei”. Il Re capì e diede il bimbo a questa donna, perché quello era amore. Ecco il rapporto tra una maestra, maestro, e i suoi alunni è di una forza enorme, è un rapporto eccezionale e un rapporto per la vita e questo è normale, la violenza dentro questa cosa è rarissima in italia dall’inizio dell’anno si segnalano 18 casi, che non sono “rarità” e quindi per ragionare alla Re Salomone è anomalo l’assunto.

A 69 anni non vedi l’ora di goderti il tempo che ti rimane e non picchi i bimbi dopo 20/30 anni di carriera senza alcun rilievo. Si cerca il mostro, si vuole il mostro, io non conosco il fatto ma i raccontatori del fatto sì e ho il dovere del dubbio. E le telecamere? Guardate la vita di ciascuno di voi e pensate se fosse letta non per intero ma per pezzi: in bagno saremmo perversi, in cucina anche i vegani risulterebbero ingordi, e anche Sofia Loren giovane sarebbe stata niente di che. Mi fa schifo una società che cerca vendette e non giustizie, mostri e non umani, raccontatori di odio e non conoscitori di dubbi. Io non assolvo la maestra, ma vorrei sentire le sue ragioni e spero siano buone ragioni.

Di Lidano Grassucci, direttore www.fattoalatina.it

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