In Senato, oggi 4 giugno, la presentazione del libro “Io vi accuso. Giacomo Matteotti e noi” di Concetto Vecchio

Si svolgerà oggi pomeriggio, martedì 4 giugno, presso la Sala ‘Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica, la presentazione del libro di Concetto Vecchio, “Io vi accuso. Giacomo Matteotti e noi” (Utet) .
Dopo i saluti del senatore Dario Parrini, interverrà come moderatrice la giornalista Barbara Tedaldi.
Sarà possibile seguire l’evento online in diretta streaming su webtv.senato.it o sul canale YouTube del Senato della Repubblica.

Per la rivista ‘Civiltà Cattolica’, il socialista Giacomo Matteotti è “un eroe sempre più solo e consegnato al sacrificio della storia”, la figura che appare “in questo libro di Concetto Vecchio, giornalista e quirinalista de la Repubblica. Un eroe che capovolge, da 100 anni, il luogo comune che, se non in vita, almeno da morto quell’eroe avrà fama e onori. Perché la storia non è esattamente quel prevedibile cammino di un certo hegelismo superficiale. Anche dopo il suo rapimento e l’accoltellamento da parte della banda di Dumini, una serie di cortocircuiti, dovuti non solo alle divisioni della sinistra, ma anche a un sostanziale isolamento di Matteotti, portarono a stendere, allora come oggi, una coltre di imbarazzato e imbarazzante silenzio. La vedova, Velia Titta, dovette affrontare una serie impressionante di «invasioni» di persone sedicenti amiche, e che in realtà erano spie di Mussolini, di sorveglianze sotto casa che investirono anche i figli, impedendo loro una infanzia e una gioventù serena e spensierata”.

“Il merito dell’autore – per la rivista – è soprattutto quello di essere riuscito a ripercorrere l’attesa di una fine, ormai prevista e accettata, da parte di un leader politico che, oltretutto, sarebbe potuto fuggire all’estero, ma anche l’umano dolore di una famiglia rimasta senza più un padre e destinata a infiniti problemi di ordine economico e psicologico. Basti pensare che a Velia venne proibito di portare il lutto e che il figlio Giancarlo veniva scortato e riaccompagnato a casa prima e dopo aver frequentato il liceo a Roma”.
E ricorda, infine, il periodico dei Gesuiti ‘Civiltà Cattolica’ che “Uno dei pochi a sfidare coraggiosamente la responsabilità del rapimento e del delitto fu il cattolico Igino Giordani“.
(RoPag)


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *