La separazione ed il consulente di parte


Attualmente le separazioni sono in forte aumento e sono molte le coppie con figli che decidono di mettere fine al proprio progetto di vita, vi sono quelle che lo effettuano in maniera conflittuale, altre che arrivano alla decisione in maniera tranquilla.
I genitori che giungono in Tribunale, con l’intento di avere la separazione o il divorzio dal giudice, effettuano delle richieste relative, non solo al mantenimento (od alla casa), ma anche in relazione all’affidamento dei figli.
In una separazione, consensuale o giudiziale, sono molte le paure che un genitore vive circa i vari cambiamenti a cui andrà incontro lui e la propria prole.
Molto spesso il Giudice dispone una Consulenza Tecnica d’ufficio (C. T. U.), ove vi sarà un proprio esperto che espleterà un lavoro molto importante, per capire la situazione psicologica dei figli e consentire il miglio affidamento possibile, ovvero regolamentazione delle visite con il genitore non collocatario.
È molto importante che il genitore nomini un proprio consulente di parte (C. T. P.), il quale dovrà affiancare il consulente del giudice in tutti i lavori peritali: colloqui congiunti con la coppia genitoriale, colloqui individuali con le parti, colloqui con il corpo docente della scuola frequentata dai minori, visite domiciliari, incontri con i familiari più stretti (nonni, zii,) ecc.
Il ruolo del consulente di parte non è solo quello di presenziare agli incontri peritali o fare proposte, ma egli deve sensibilizzare la parte circa le varie criticità proprie, per esempio alcuni atteggiamenti negativi verso l’altro genitore, oppure una comunicazione errata di fronte al figlio, od una presenza relativa rispetto ai bisogni del figlio.
Insomma, egli deve cercare di fare un lavoro clinico ad ampio raggio evidenziando anche i cambiamenti positivi che avvengono all’interno della consulenza tecnica di ufficio, magari tramite una elaborazione della comunicazione tra la coppia e o con i figli.
Il consulente di parte non deve svolgere il ruolo dello psicoterapeuta ma dello psicologo giuridico, cioè di colui che lavora in relazione al fatto per cui si procede, cioè la separazione, la nuova comunicazione con il figlio, il tempo da passare assieme al figlio, il nuovo legame che deve essere instaurato con l’ex coniuge.

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