ACLI TERRA e lo “Stupor Mundi” di Federico II

Nel Borgo Fantasma di Apice Vecchia, nel Castello Dell’Ettore, in provincia di Benevento, con ACLI TERRA abbiamo approfondito ogni tema della nuova PAC, ma vi è una riflessione che vorrei offrirvi. Li ho definito una ACLI TERRA “federiciana”, evocando le caratteristiche dell’imperatore svevo nato a Jesi, ma protagonista dell’Italia Centromeridionale. Ho voluto attribuire un aggettivo alla nostra Organizzazione per qualificarla meglio e vi chiedo una attenzione su tale scelta. Innanzitutto la nostra Associazione dovremmo imparare a definirla non più con i sostantivi, ma con i verbi, perché quest’ultimi rappresentano il divenire, l’azione e cioè la prospettiva. Sull’aggettivo “federiciano”, invece, ci soffermiamo sulle caratteristiche mutuabili per il nostro percorso e la nostra comunità. Federico II era definito dai suoi contemporanei “Stupor Mundi” e noi abbiamo in merito due compiti: la necessità di sollecitare nella sensibilità delle persone lo stupore, sia nella eccezione di rieducazione allo stupore, sia in quella di evadere dalla banalità. Come disse Giulio Andreotti ad un Meeting dell’Amicizia noi dal raggiungimento della Luna abbiamo perso il “sentimento” dello stupore, che abbiamo completamente dimenticato con l’evoluzione tecnologica. Cosa può fare ACLI TERRA per risvegliare tale sensibilità che rientra anche tra i piaceri? Provare a far riemergere il gusto della creatività che abbiamo il compito di far sbocciare nel rapporto tra le comunità e la natura. Ciò con una agricoltura, una zootecnia, una pesca o una acquacoltura che rispondano all’equilibrio tra il benessere personale e quello ambientale, quindi in una visione armonica. Una armonia che risponda anche al valore della tradizione e alla efficacia della innovazione tecnologica. Ecco allora che spieghiamo il nostro percorso, focalizzando queste settimane. Federico II coinvolse i migliori esponenti delle arti, della cultura o della scienze, appunto per progettare e costruire una nuova comunità reale armonica. Passiamo dai cammini “ideali”, che comunque rappresentano una dimensione culturalmente raffinata per la nostra crescita, a quelli “reali”. Ecco perché in queste settimane da Casa ACLI a Milano, passando per l’Umbria, tornando a Roma, proseguendo per il Sannio, l’Irpinia e dirigendoci in Puglia, abbiamo voluto confrontarci con le migliori esperienze tecniche dei consorzi di bonifica, con accademici, tra i quali un Premio Nobel, con professionisti, dirigenti d’impresa e d’amministrazione pubblica o di terzo settore, giornalisti ed esponenti della cultura. Questo confronto accelerato è per incidere concretamente tramite la Pac, passando efficacemente da una dimensione ideale a quella reale per il bene delle nostre imprese, dei nostri iscritti, della comunità tutta e dell’ambiente. Gli strumenti economici in campo nella Pac, nel Psr o nelle altre misure Europee ci possono permettere tale missione stupefacente e potremmo dire naturalmente stupenda. Il prof Riccardo Valentini, Premio Nobel per la Pace, ci ha consegnato anche il compito di essere capaci nell’adattamento, che è temprato anche dalla resilienza, e questo impegno è dirimente pere essere realmente vivi nei processi complessi e, magari, decisivi. Noi possiamo cambiare le cose adattandole ed adattandoci, così torniamo al tema già evidenziato a febbraio delle imperfezioni e del “genio” del compromesso. ACLI TERRA è realmente federiciana non solo idealmente. Su una cosa non dobbiamo prendere esempio da Federico II e sono le due scomuniche, continuando a porci come organizzazione di rappresentanza autenticamente cristiana, fedele ad una Chiesa che ha assunto una leadership nel questione ambientale, in quella rurale e in quella delle aree interne. Le sintesi dei nostri confronti sono sempre e comunque elementi nel contesto della Dottrina Sociale Cristiana. Nel ringraziare tutte le donne e gli uomini di ACLI TERRA che stanno lavorando in questo percorso vi invito a seguire la nostra programmazione. 

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