Regionali: Pd sotto schock, Letta accusa M5s e Terzo Polo

– Roma, 13 feb. – La telefonata di Alessio D’Amato arriva poco dopo le 16,30, quando i risultati delle elezioni nel Lazio sono ormai stabilizzati. Il candidato del Pd, sostenuto da una coalizione che va dal Terzo Polo a Demos e Piú Europa, riconosce la sconfitta ed assicura che in consiglio regionale, alla Pisana, l’opposizione “sará dura e sui fatti concreti”.Una sconfitta annunciata, anche se piú severa di quanto ci si attendesse. Stando alle proiezioni il candidato del centrosinistra si ferma al 35,3 per cento contro il 51,4 per cento di Francesco Rocca, ex presidente della Croce Rossa messo in campo dal centrodestra. Piú staccata la candidata M5s, Donatella Bianchi, con l’11,3 per cento. Quasi venti punti che fanno calare il silenzio al comitato elettorale di Alessio D’Amato dove il primo ad affacciarsi è il coordinatore, Esterino Montino. “Verranno anche gli altri dirigenti, anche del Pd”, sottolinea il sindaco di Fiumicino ai cronisti che chiedono dove siano gli altri dem. Poco dopo arrivano il segretario del Pd romano, Andrea Casu, e il candidato di Italia Viva, Luciano Nobili. La campagna elettorale, d’altra parte, ha visto D’Amato correre praticamente in solitaria, con una strategia comunicativa tutta giocata sulla persona del candidati: manifesti con il viso di D’Amato in primo piano e il claim “Uno di noi”. Gli unici ad affiancarlo nelle ultime battute prima del silenzio elettorale sono stati i leader del Terzo Polo, Matteo Renzi e Carlo Calenda. E’ di quest’ultimo l’analisi piú dura: “Il centro e la sinistra non sono mai stati in partita. La scelta degli elettori è chiara e inequivocabile”. Lontani dai microfoni, i dirigenti del Pd dei vari schieramenti offrono una analisi della sconfitta ancora piú netta. E’ mancato tutto, sintetizzano fonti del partito di Roma: “Quando non hai proposta politica unitaria e di governo non riesci a fare niente”, spiegano. (AGI)Mol

 – Roma, 13 feb. – Una affermazione che si fa ancora piú amara se confrontata a quello che succede nel campo avversario dove, nonostante le divisioni, si mostra la capacitá di mettere in campo delle proposte unitarie: “Loro stanno insieme sempre mentre noi litighiamo”, osserva un dirigente dem secondo il quale “è chiaro che l’elettorato ha abbandonato il partito. Non c’è una proposta politica”, viene ribadito, “ha votato meno del 40 per cento degli elettori e questo significa che sono in crisi pure loro”, nel centrodestra: “Ma a differenza di noi sono uniti e vincono”. Il riferimento è alla mancata alleanza con i Cinque Stelle ce, numeri alla mano, avrebbe dato almeno la possibilitá al centrosinistra di giocarsela. Ma a pesare ancora di piú è stata quella sorta di “schizofrenia” che ha portato il Partito Democratico ad allearsi con il M5s contro il Terzo Polo in Lombardia e a fare l’esatto opposto nel Lazio, abbracciando Renzi e Calenda contro Donatella Bianchi. Ma a pesare, afferma un parlamentare, è stato anche il congresso in corso che non ha favorito il dispiego delle energie dem a favore dei candidati. A monte il ‘lodo Cuperlo’, per una tregua e una iniziativa di tutti e quattro i candidati alla segreteria al fianco di D’Amato e Majorino, la chiusura della campagna elettorale ha fotografato lo stato dell’opposizione: i quattro candidati alla segreteria dem si sono avvicendati a Milano al fianco di Pierfrancesco Majorino mentre a Roma era il solo Calenda a spendersi per d’Amato. “Il Pd ha fatto una cretinata”, le parole del leader del Terzo Polo nell’occasione. “Una via obbligata”, per i dem: “Come si faceva a presentarsi insieme se i due candidati di Lombardia e Lazio erano sostenuti da coalizioni opposte e conflittuali?”. Alla base di tutto, per il segretario Enrico Letta, c’è stata l’Opa tentata dal Terzo Polo e dal M5s sul partito. E qui Letta vede anche un elemento di ottimismo per il futuro. Quell’Opa infatti non è riuscita e il Pd si conferma primo partito di opposizione. 

 Roma, 13 feb. – “Il dato che esce dalle urne in Lombardia e Lazio è chiaro. Il centro destra vince in entrambe le regioni; non possiamo, quindi, essere contenti di questo risultato complessivo, reso ancora piú negativo dalla preoccupante crescita dell’astensione. Tuttavia, in un quadro politico per noi particolarmente complicato e con il vento chiaramente contro, il Pd ottiene un risultato piú che significativo, dimostra il suo sforzo coalizionale e respinge la sfida di M5S e Terzo Polo”, spiega Letta.”Il tentativo ripetuto di sostituirci come forza principale dell’opposizione non è riuscito. L’OPA contro il Pd ha fatto male a chi l’ha tentata. Ci auguriamo che questo risultato dimostri finalmente a M5S e Terzo Polo che l’opposizione va fatta al governo e non al Pd”, aggiunge il segretario dem.Un’analisi condivisa da Alessio D’Amato: “L’altra volta il risultato di Zingaretti fu del 32,9 per cento, questa volta stiamo piú alti. Ma l’altra volta bastò a vincere e questa volta no. Il dato generale è quello di un’onda lunga delle politiche. I dati di Lombardia e Lazio si somigliano molto. I veri sconfitti sono i Cinque Stelle, credo che Conte dovrá riflettere sulle scelte compiute. L’errore è stato di Giuseppe Conte: presero il 27 per cento alle scorse regionali, in queste potrebbero andare anche sotto al dieci”, chiosa D’Amato. Per l’espoinente della sinistra del partito, Andrea Orlando, “le due Opa sono state bloccate, ma questo non può consolarci”. Chi non risparmia le critiche al partito è Pierfrancesco Majorino. Il candidato in Lombardia accusa la mancanza di leadership: “E’ stata una settimana complessa, nel momento di maggiore difficoltá non abbiamo avuto una leadership nazionale”. Non solo: Majorino si distanzia dal suo collega nel Lazio anche per la prospettiva riguardante le alleanze future: “Spero che il dialogo con i Cinque Stelle continui”, dice per poi accusare il Terzo Polo di aver “fatto scelte sbagliate”. Il nodo delle alleanze sará quello su cui si misurerá la prossima leadership dem. I congressi dei circoli appena terminati danno in vantaggio Stefano Bonaccini, ma il distacco da Elly Schlein non è di quelli che possono far dormire sonni tranquilli al presidente dell’Emilia-Romagna. E nel Pd c’è chi legge il risultato elettorale in questa chiave: “La sconfitta alle regionali, per come è maturata, potrebbe favorire Schlein che si presenta come il vero elemento di novitá di questo congresso”. (AGI)Mol

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