L’isolamento sociale estivo


Dr. Ssa Alessia Micoli
Psicologa

Durante i mesi estivi molte situazioni psicologiche vanno a complicarsi.
Ciò riguarda in particolar modo i soggetti fragili, ovvero coloro che hanno pochi strumenti per potersi adattare ai problemi della quotidianità.
I dati che evidenziano che il clima influisce in maniera severa su determinati stati, sono in netto aumento.
Difatti il cambiamento climatico è quindi, in questo periodo, le alte temperature hanno un grande peso sulle depressioni.
È riconosciuto che la stagione estiva ha una valenza psicologica potente, a volte mette il buon umore (grazie all’esposizione al solo che stimola la produzione di serotonina, ormone responsabile del buon umore) ma altre crea una sensazione di ansia e di angoscia dovuta al mancato adattamento alle temperature alte.
Le persone solitarie e poco socievoli ne risentono molto poiché si trovano, nuovamente, a gestire un “vuoto” che non dipende dalla propria volontà.
Si sviluppa quello che i clinici chiamano “isolamento sociale estivo”, ovvero una perdita di contatto con il mondo che circonda il soggetto.
Determinata psicopatologia fa parte del corredo dei disturbi inerenti la depressione estiva, che non risparmia né i giovani ne’ gli anziani.
Queste persone  che sono affette da questo disturbo non conclamato, rimangono chiuse in casa e li si costruiscono il proprio mondo: lavorano e riescono a fare anche attività fisica dentro le quattro mura.
Questi soggetti senza rendersene conto potenziano e allo stesso tempo rinforzano il “social withdrawal” che non è riconosciuto come il desiderio di rimanere da soli, ma un distacco inconsapevole con l’ambiente esterno e con le persone.

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