La frustrazione


Dr. ssa Alessia Micoli
Psicologa Criminologa
Attualmente il problema che maggiormente si riscontra all’interno degli studi professionali degli psicologi, è la frustrazione, inquadrata come malessere generalizzato che può provocare degli stati ansiogeni ed altre conseguenze psicopatologiche.
Lo stato d’animo della frustrazione è simile a quello di una delusione; difatti insorge quando non vengono soddisfatti i bisogni fondamentali dell’individuo, ovvero: la sicurezza, il senso di appartenenza, l’autostima, l’autorealizzazione ed il successo.
L’esperienza frustrante consiste, dunque, nel vedere ostacolata la possibilità di conseguire l’obiettivo soddisfacente.
Molte volte la mente vede come ostacolo:
L’ambiente fisico
L’ambiente sociale
L’ambiente familiare.
Tutti noi ci scontriamo, nel corso della vita, con la frustrazione; già fin da piccoli, quando il mondo sembrava cattivo nei nostri confronti.
Fondamentale riuscire a gestire i piccoli insuccessi quotidiani, per far si che ci si adegui di fronte a problemi di altra portata.
Il meccanismo di difesa che subentra di fronte al sentimento della frustrazione è l’aggressività che fa si che l’individuo frustrato si scagli contro l’ostacolo.
L’aggressività può essere eteroaggressiva od autoaggressiva.
Il più delle volte la violenza avviene nel contesto sociale.
La frustrazione, se non affrontata in tempo, può scaturire in un disagio psicologico che può assumere vari risvolti sull’individuo e su diversi livelli sulla qualità della vita.
Il disagio psicologico può manifestarsi con ansia, depressione, attacchi di panico, nervoso generalizzato, insonnia.
Il disturbo psicologico viene negato da nove italiani su dieci e molti trascurano il fatto che il disagio psicologico si cronicizzi in disturbo psichiatrico.

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