SOCIALE. SOLIDARIETÀ. P. RIPAMONTI (CENTRO ASTALLI): “ALLA VIGILIA ELEZIONE DEL NUOVO PRESIDENTE, LE MORTI DI MIGRANTI NON RESTINO VANE”


 
Sette migranti di nazionalità bengalese, sono morti mentre tentavano di raggiungere Lampedusa su un’imbarcazione che trasportava circa 280 persone, partita dalla Libia tre giorni fa. Tre cadaveri sono stati trovati a bordo, mentre altri quattro sono deceduti sulla terraferma. Tutti vittime dell’ipotermia. 

Padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, ha espresso cordoglio per le vittime, affermando: “Rvolgiamo un appello alle istituzioni nazionali e sovranazionali, non condanniamo all’invisibilità uomini e donne in cerca di una vita dignitosa. Ritorniamo a una politica che applichi le convenzioni internazionali, con una visione di governo ispirata al rispetto dei diritti umani e che non lasci morire nell’indifferenza alcun essere umano.

In un momento cruciale per il Paese, per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, queste morti richiamano – aggiunge P. Ripamonti -, ai principi fondanti la nostra Costituzione che fa dell’Italia uno Stato in cui a ogni persona devono essere garantiti diritti e libertà fondamentali.

Si agisca per salvare vite creando vie di ingresso legali per i migranti che alle porte d’Europa chiedono di entrare in cerca di protezione, accoglienza e integrazione”, ha concluso il presidente del Centro Astalli, sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati-JRS, che da 40 anni è impegnata in attività e servizi che hanno l’obiettivo di aiutare chi arriva in Italia in fuga da guerre e violenze e situazioni critiche per le persone.
(Com/RoPag)

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