Partner violenti ed incapacità ad uscirne

A cura della Dott.ssa Emanuela Mastropietro membro del gruppo Psinsieme dott. Fabio Battisti, dott.ssa Alessia Micoli, dott.ssa Rita Baggiossi, Dott.ssa Cristina Pansera

Sentiamo e leggiamo quotidianamente attraverso i mass media, radio, tv, telegiornali, internet… storie di persone che vengono abusate psicologicamente e/o fisicamente. Ma quante altre persone ci sono nel mondo, nella nostra piccola città, nel quartiere in cui viviamo, di cui noi conosciamo poco o nulla o che magari ci possono passare a fianco, che soffrono per una relazione violenta? La violenza sappiamo può essere sia fisica (percosse, rapporti non consenzienti….) lasciando segni ben visibili, di cui spesso la vittima si vergogna e che tenta di mascherare, oppure psicologica fatta di insulti verbali e non (il cosiddetto linguaggio del corpo). In tal caso l’assalitore mira ad attaccare la vittima, facendola sentire insignificante, priva di una sua identità, simile ad una bambola di pezza, da trattare come un oggetto. In una società sempre più frenetica, improntata sul maschilismo (anche se per fortuna le cose stanno cambiando), in cui gli stessi nuclei familiari sono sempre più fragili per via di svariate cause, forse dovremmo riflettere sull’obiettivo che si prefiggono le persone che commettono violenza. La risposta la possiamo trovare nel desiderio dello stalker, o dell’assalitore, o dell’offender, nel voler mantere un ruolo di potere e controllo sull’altro. Se questi da un lato mette in atto comportamenti di violenza, dall’altro cerca di mostrarsi poi più dolce, più remissivo, per paura di essere abbandonato. Allora sorge spontaneo chiedersi: perché la vittima si ostina a stare con un partner violento e che le denigra? Perchè continua a rimanere in questo circolo vizioso? Non è facile rispondere ad una simile domanda. I fattori possono essere molti: dal vissuto infantile e adolescenziale, a circostanze ambientali ed economiche quali l’ansia per le scadenze mensili es. pagamento delle bollette, affitto …. Possiamo supporre che anche la vittima resta vicino ad un partner offender per paura di abbandono, per masochismo, o semplicemente perché non riesce a voltare le spalle a quella che le sembra una relazione, seppur minima, stabile, non avendo conosciuto altre modalità più sane di relazione. Forse una delle più grandi paure è quella di affrontare le possibile conseguenze di una separazione e abbandonare l’idea di avere una famiglia che si è in qualche modo scelta e creata. In tutti i casi si crea una dipendenza relazionale di tipo malato, che non giova a nessuno dei due partner. Chiedere aiuto ad un esperto non è un segno di debolezza ma di forza anche se purtroppo sia l’offender che la vittima difficilmente hanno consapevolezza e intraprendono un percorso per interrompere queste modalità. Nei casi più gravi è indispensabile, oltre che consigliabile, rivolgersi.

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