NICOLA TAVOLETTA: WALKING TO MOSCOW

Era sera, tardo pomeriggio, più o meno in questi giorni, e procedevamo a piedi mentre nevicava. Arrivammo in piazza Lubyanka. Avevo un cappotto scuro su un completo ugualmente scuro, cravatta della stessa tonalità, ma vivace. Guardammo il palazzo che si stagliava su quella piazza, fermando la nostra camminata, era enorme, ma austero. L’apice sfumava nel nero più intenso del cielo. Ricordai che una volta una ragazza nata in una delle Repubbliche dell’ URSS, mai stata a Mosca, mi raccontò che era narrazione popolare che dal vertice di quel palazzo si vedeva la Siberia.
Quell’enorme palazzo, ma neanche tanto nella coreografia di Mosca, era uno dei centri nevralgici del Mondo. In quei secondi mentre osservavamo quell’anonimo o innominabile edificio, la neve si scioglieva sui nostri occhi.
Proseguimmo per andare a cena, passando davanti al teatro Bol’s^oj, raggiungemmo la immensa via Tverskaja. Solo per attraversalla da un marciapiede all’altro oggi i nostri cellulari avrebbero contato 10.000 passi.
Da quell’edificio chi usciva vivo andava direttamente in Siberia ecco perché quella narrazione “panoramica” .
In questo stesso giorno, 6 novembre, ma molti anni prima, nel 1991, la folla popolare si raduno’ proprio in piazza Lubyanka per distruggere la statua di colui che fondò il servizio che aveva sede in quel palazzo: il KGB.
La filmografia della mia infanzia era piena di riferimenti al KGB, solo a ricordare le gesta di 007. A quell’epoca camminavamo per Mosca, ma non mi venne in mente alcuno dei tanti superficiali film angloamericani, ma entrai con la mente in quei complessi caratteri cirillici sentendomi immerso nella loro storia. In quella grande dimensione apparentemente austera, grigia e bianca. Entrammo nel locale dove avevamo prenotato, tutto cambiò, e la raffinata cortesia del nobile stile russo ci diede il benvenuto nella Mosca delle persone, molto luminosa, al contrario dei palazzi.
Vivacità intellettuale, profonda sensibilità culturale.
Ricordo ancora, camminando per Mosca, le tante ragazze e i ragazzi seduti a leggere nei bistrot oppure nelle luminose biblioteche di quartiere. I libri come compagni per ripararsi dalla neve e liberarsi nei pensieri più raffinati per costruire più originali conversazioni. Le conversazioni che un tempo dovevano sfuggire alla Lubyanka. Privet

Nicola Tavoletta

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