PER UNA VIA DI USCITA SICURA. Una prospettiva educativa per rigenerare l’impresa segnata dagli effetti della pandemia e della sua gestione

La richiesta di una formazione universitaria che contribuisca ad un serio aggiornamento professionale cresce in questo tempo di rinascita e di ripartenza, comunque segnato dagli effetti anche gravi della pandemia. Chi nella vita aveva per anni rischiato, chi ha sostenuto il rischio d’impresa, chi ha puntato su un modello adulto e colto di società è stato penalizzato dalla gestione della pandemia.
Cerchiamo quindi un po’ tutti una via di uscita da questo stallo, che sia non aleatoria e che forse si intravvede solo nella giusta distanza fra impropri slanci delle soluzioni utopiche (ma cosa sarebbe la vita senza un certo tipo di ideali?) e dalle strettoie dei residui d’ideologia che risorgono nei tempi di crisi.
All’interno di questo orizzonte emerge uno specifico desiderio di formazione alla teoria e pratica della leadership (che nel Diploma PUG è strategicamente combinata con una introduzione alla lettura delle istituzioni e delle loro dinamiche). Si tratta di una sorta di qualcosa di comune a diversi gruppi sociali: allo studente che vuole segnalare il suo curriculum vitae attraverso un apprendistato esigente di riflessione sulle dinamiche istituzionali che lo aspettano nel mondo del lavoro; al professionista che dopo anni di attività vuole rigenerare lo stile di lavoro e la maniera di vivere i ruoli e le responsabilità che gli sono affidate in maniera strategica; le persone che a fine carriera o inizio pensione vogliono tirare le fila di una vita dedicata al servizio professionale.
In questo senso, molte università offrono programmi in materia: individuare e scegliere ciò che è originale, credibile, “pieno di futuro” non è semplice. Fare questo con un approccio che non sia funzionale, ma fondato su richiamo a virtù e valori, che metta al centro persone che sono centrate (in una cultura organizzativa, nella fatica del lavoro, in precise responsabilità), è anzi molto difficile.
Per quale motivo intraprendere un corso di formazione leadership? E nella “giungla” delle presentazioni, come trovare una proposta formativa che dia anche una risposta di senso per il futuro delle nostre vite? Come coniugare in maniera feconda: crescita e valori, tradizione e novità, istituzione e carisma? Leader si diventa a partire dai talenti che si hanno, ma soprattutto dalla passione per l’altro, per essere per e con gli altri, per accogliere ed elaborare sfide che appassionano e ispirano e saperle comunicare agli altri.
Un valido programma di leadership e management allora deve essere strutturato per venire incontro a chi lo frequenta, ai suoi ritmi di studio-lavoro, alle sue aspettative per il futuro, accessibile economicamente come nella migliore tradizione educativa che da sempre ci caratterizza.
Perché frequentarlo a Roma? Per dare centralità alla convergenza di prospettive formative fra Gregoriana e Federmanager e in un certo senso dare un contributo alla povertà di visione in cui versa la Capitale.
Perché alla Gregoriana? Per trasmettere un modello di universalità romana che solo qui si può assorbire, più forte di ogni altra internazionalità.
Tutti i corsi pretendono di essere una novità per ovvie ragioni di marketing e dichiarano di essere migliori di altri. Per il nostro NON è così. Siamo migliori solo per alcune limitare questioni, soprattutto perché ci muoviamo su un percorso diverso dalla media: cerchiamo di collegare questo studio di introduzione e teoria della leadership e del management, a presupposti di antropologia cristiana, con una riflessione sulla teologia analizzando il nesso tra evangelizzazione e cultura contemporanea.
Ecco quindi che la nostra offerta diventa di grande novità, che gli deriva dall’originalità del retroterra culturale e spirituale con cui facciamo interagire queste materie”. Proponendo un modello di leadership e gestione aziendale che si confronta con il tema delle frontiere, dell’innovazione anche radicale, del coraggio e della chiaroveggenza, dell’azione eroica, della lettura strategica dei contesti di vita.
Il percorso offre non solo contenuti tecnici, ma una visione socio-politica ed ecclesiale, nonché un impegno nella riflessione di etica applicata.
LEADERS è un corso intensivo, valorizza la formazione in presenza, ma la integra e la arricchisce con le risorse del digitale. Inoltre, la calendarizzazione e la sequenza (un sabato al mese da ottobre a giugno), sono strategicamente concepite per vivere appieno il tempo tra un incontro e l’altro, distribuendo il lavoro con equilibrio e opportunità di elaborazione personale.
Quest’anno la grafica è ispirata ad uno dei celebri tagli di Lucio Fontana: suggerisce uno dei temi che alla scuola di Michel de Certeau studieremo con attenzione, quello della frattura instauratrice di senso. Un auspicio e forse anche una strategia per uscire dalle ferite e dalle strettoie del tempo presente.
Quotidiano è l’aggiornamento per tutti su: www.facebook.com/leadershipgregoriana/

p. Stefano Del Bove, gesuita, docente della Facoltà di Scienze Sociali,
direttore del programma di Diploma e Cappellano dell’Università


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