SOLIDARIETÀ CON AFGHANISTAN, UN APPELLO AL CAPO DELLO STATO DELLA GIORNALISTA ANTIMAFIA MARIA GRAZIA MAZZOLA E DI MOLTE REALTÀ ASSOCIATIVE

Solidarietà attiva dell’Italia verso le persone in fuga, e segnatamente donne e bambini, dall’Afghanistan dopo la conquista del potere da parte dei talebani. Fare il possibile per la salvezza di tante esperienze femminili e di tanti altri cittadini afghani.

Questo, in sostanza ol contenuto della lettera
aperta-appello lanciata della giornalista inviata del Tg1 Rai, Maria Grazia Mazzola, che nel 2009 – con un documento tv Rai esclusivo – denunciò e fece espellere un imam dall’Italia per il suo
proselitismo e i suoi rapporti con i terroristi di Al Qaeda.

Mazzola, insieme a una lunga lista di soggetti e reti associative, si rivolge al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e alle istituzioni per un’ampia azione umanitaria del Paese, fornendo massima assistenza a quella popolazione.

Ecco il testo:
“Illustrissimo Signor Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, noi associazioni della società civile e autorità di garanzia,
ci rivolgiamo a Lei perché Garante dei valori della nostra Costituzione contro la guerra e la difesa dei diritti umani e civili.

Nessuno di noi può più avere pace dopo l’esplosione della grave crisi in Afghanistan, con la ritirata delle forze occidentali e la defezione dell’esercito afghano, che hanno portato al potere nuovamente i talebani.

Non possiamo rimanere inerti davanti alla tv con le immagini di bambini e adolescenti che non hanno più né sicurezza né cibo da mangiare, in condizioni disumane, con le loro mamme, le famiglie, che non riescono a lasciare il Paese, pur volendolo.

Non possiamo avere pace nel vedere che i Paesi più prossimi all’Afghanistan continuano ad alzare e a prolungare muri invece di andare incontro alle migliaia di profughi. Non è umano.

In migliaia abbiamo ribadito in Italia la nostra disponibilità all’accoglienza. Apprezziamo gli sforzi del Governo italiano nel rimpatriare quanti hanno collaborato col nostro Paese. Ora il problema più urgente, ci sembra, sia quello di aprire anche strade umanitarie via terra
per andare a tirare fuori dalle cantine donne e bambine terrorizzate, senza nutrimento né tutela perché contenute nelle liste di proscrizione dei talebani. Molti infatti non possono raggiungere l’aeroporto di Kabul né mostrarsi per le strade controllate dai talebani. Occorrono con urgenza cordoni umanitari ‘bianchi’ interni all’Afghanistan, di ONG riconosciute sul piano mondiale, che possano raggiungere le famiglie più gravemente in pericolo di vita presso le loro abitazioni, ammesso che nel frattempo non vengano giustiziate, come denunciano alcuni filmati sui social media. Siamo consapevoli che ciò che chiediamo sembra impossibile, ma rispondiamo con le parole di Gino Strada che ha lasciato un monito a tutti noi: ‘niente è impossibile” e lo ha dimostrato con i fatti.

Siamo in contatto via twitter con la realtà afghana e la situazione è esplosiva: dalle leader dei diritti civili e dai leader della resistenza, ci arrivano filmati e denunce allarmanti, che dimostrano come ‘il nuovo corso’ annunciato dai talebani, sia mera propaganda. Ci sentiamo responsabili del tempo che scorre e gli occhi dei bambini pieni di terrore ci inchiodano: ogni minuto che passa è una vita umana che può essere spenta, una bambina rapita e data come merce ai talebani.
Siamo al bivio di un genocidio – speriamo di sbagliarci – ma senza alcun dubbio di crimini
contro l’umanità. In vent’anni l’Afghanistan é cambiato, le donne hanno riconquistato il diritto al proprio nome e alla parità tra uomo e donna, i bambini il diritto all’istruzione
democratica in classi miste, così come i giovani.

Ci appelliamo a Lei, alla tradizione storica italiana basata sulla solidarietà e l’accoglienza che ci ha reso amati nel mondo:
chiediamo il Suo intervento, la Sua sollecitazione internazionale affinchè i bambini, le donne, le famiglie siano aiutate a fuggire, ma anche per la popolazione che resta il diritto al cibo e alle cure.”

Tra i firmatari, oltre Maria Grazia Mazzola, la Federazione Italiana per i Diritti Umani, il
CNCA-Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza e 260 associazioni federate,
CONADI-Consiglio Nazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, l’UDI-Unione Donne in Italia, Vittoria Tola,
Associazione ‘Turchia in Europa subito’ di
Mariano Giustino, anche corrispondente di Radio Radicale dalla Turchia, il
Sindacato Medici Italiani, ASSIMEFAC, Società Scientifica di Medicina Generale e moltissimi
Garanti per i Diritti del Minori e dei Detenuti, oltre che i Salesiani per il Sociale di don Francesco Preite.

(Rob Pagano)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *