VIANDANTI SOCIALI: SPOLETO E IL FESTIVAL, IL GUSTO DELLA RAFFINATEZZA

Per gioco e per piacere sono venuto ad esplorare due Mondi. Sono al Festival dei Due Mondi di Spoleto, le giornate conclusive per riportare sul nostro giornale uno storico evento internazionale che mi attira da quando, ragazzino, ne leggevo le recensioni sulle ampie pagine de Il Messaggero, che, addirittura, negli anni ’80 lo raccontava in un inserto speciale.

Intanto Spoleto merita,a prescindere, un ampio soggiorno. È una città raffinata, ricca di storia, ma prepotentemente vivace per gioventù.

Nella verde Umbria un salotto prestigioso che accoglie le rappresentazioni artistiche più originali, esprimendo una integrazione culturale che si forgia tra la maestria artigiana di una bottega e la precisione scientifica di un laboratorio sperimentale.

Ecco cosa è Spoleto nello spirito e il suo storico Festival: un immaginario coworking dove gli stili si elaborano in arte tra intuizione e scienza.

I due Mondi forse non sono la provenienza geografica, ma la complessità umana nelle sue sensibilità.

Il Festival, conosciuto anche col nome di Spoleto Festival, è una manifestazione internazionale di musica, arte, cultura e spettacolo che si svolge annualmente dal 1958.

Fondatore è il maestro compositore Gian Carlo Menotti che scelse Spoleto come sede per vari motivi: dimensione di un centro storico raccolto a misura d’uomo, la presenza dei due teatri all’italiana, la scoperta di un teatro romano e soprattutto la presenza di piazza Duomo, architettonicamente un teatro all’aperto silenzioso ed immutato nel tempo.

La famosa piazza Duomo di Don Matteo e della sua famiglia sociale.

Quest’anno oltre 60 spettacoli, tutti in prima italiana, con più di 500 artisti da 13 paesi in 17 sedi sono i numeri di una proposta interdisciplinare che dal 25 giugno all’11 luglio ha messo in relazione Musica, Opera, Danza, Teatro, Arte attraverso la creatività dei migliori artisti e delle migliori compagnie internazionali.

Gli appuntamenti si sono susseguiti da mattina a sera, in una combinazione di generi e forme che ha permesso al pubblico di scoprire l’inatteso. Gli spettacoli e gli incontri con gli artisti, gli appuntamenti collaterali, gli approfondimenti, i dibattiti hanno scritto il racconto della nostra contemporaneità, hanno svelato il volto della nostra società e ci hanno restituito la complessità del nostro vivere affrontandone i grandi temi.

La Rai ha presentato a Spoleto il primo Festival per il sociale, la sostenibilità ambientale ed economica che sono al centro del dibattito culturale, e della nuova organizzazione del Festival, così come la coesione e l’inclusione, il ruolo delle nuove generazioni e il valore della memoria.

Vi posso presentare il Festival e la preziosa Spoleto, ma non riesco a dipingerne la tridimensionalità, allora venite in questa terra, gustatela.

Nicola Tavoletta

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