Cristiani nella città, Parrocchia S. Carlo da Sezze

Ieri sera presso l’Oratorio della Parrocchia San Carlo da Sezze a Sezze, scalo il parroco don Gianmarco Falcone ha avviato con il teologo Don Pasquale Bua e il questore di Latina Michele Spina il dialogo sul tema “Cristiani nella città”, offrendo alla comunità parrocchiale un’opportunità di confronto dopo mesi di inattività.
Il Parroco Don Gianmarco Falcone ha introdotto la serata con queste parole: «La serata formativa che ci apprestiamo ad iniziare, dal tema “Cristiani nella città”, nasce dal continuo invito di papa Francesco a riscoprire la nostra vocazione ad essere cittadini responsabili e impegnati nell’edificazione del bene comune. Si tratta, potremmo dire, di un’urgenza sollecitata anche dai recenti fatti di cronaca che hanno segnato la nostra città di Sezze, non ultimo il pestaggio ad opera di due ragazzi, uno di diciassette anni e l’altro di venti, che hanno quasi ammazzato un uomo sotto gli occhi disinteressati di decine di persone.
Si delinea l’immagine di una città con luci e ombre, dove le ombre, disegnate dai diversi tipi di disagi ed emergenze sociali e marcate dalla criminalità che spesso da questi deriva, sembrano spesso prevalere. Tuttavia, in questo gioco di chiaroscuro, non viene mai meno la forza della luce, di uomini e donne, giovani e adolescenti, che compiono il proprio dovere, si prendono cura del prossimo con gesti concreti e tangibili e si impegnano per una società più umana e per un futuro migliore. I cristiani sono chiamati a far parte di questi testimoni di luce, senza disinteressarsi di quanto accade, ma presenti con attenzione, disponibilità e responsabilità nei luoghi del vivere comune, pronti a rendere più umana e vivibile le città. I cristiani sono chiamati ad essere la luce della città, più forte delle ombre e per questo capace di dissiparle, segno tangibile della presenza di Dio nella città. Il cristiano, infatti, ci ricorda ancora il papa, fonde la vita di fede con l’impegno civico, perché non c’è vera fede fuori dalla concretezza della vita e del mondo».
Don Pasquale ha descritto la natura ambigua della città, luogo di luci e di ombre, di realizzazione di aspettative, di incontro con la diversità, ma anche luogo di indifferenza, di solitudine, di povertà, dove non si deve portare Dio, ma cercare le Sue tracce e riconoscerne la presenza. Ed ecco spuntare nuove forme di spiritualità: strade, cortili di palazzi, ambienti quotidiani che diventano luoghi di preghiera non convenzionali, ambienti di speranza e solidarietà. Se Dio è presente nella città, la Chiesa sta là, dove è presente Dio. Allora occorre ripensare alla pastorale, adottando un linguaggio meno dottrinale e più esperienziale, meno parole e più segni, ipotizzando alleanze tra parrocchie affinché le città, attraverso le quali passa il futuro dell’uomo, diventino luoghi di evangelizzazione.
Il Questore ha rappresentato la città come un insieme grande che racchiude un insieme più piccolo, costituito da criminali, ladri, spacciatori, scippatori, rapinatori, che fanno notizia. Attraverso la visione di alcuni filmati di repertorio il questore ha evidenziato il lavoro svolto dalla polizia di Stato nella lotta al crimine, con i mezzi e le risorse a disposizione. In particolare, per quanto riguarda la violenza giovanile, non si può parlare di emergenza, in quanto il problema non è nuovo, ma per arginarne la diffusione occorre fare rete, creare un sistema che coinvolga le forze dell’ordine, il Tribunale dei minori, famiglie, medici, psicologi…
Assai numerosi gli interventi dei partecipanti, segno di interesse e di condivisione delle problematiche affrontate.

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