Approvato il Piano regionale di utilizzazione degli arenili per finalità turistiche e ricreative

Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Marco Vincenzi del Pd, ha approvato, con 30 voti a favore, tre contrari e sei astenuti, la Proposta di deliberazione consiliare numero 41, concernente l’approvazione con modifiche del Piano regionale di utilizzazione delle aree del demanio marittimo per finalità turistiche e ricreative, del Rapporto ambientale e della Sintesi non tecnica del Rapporto ambientale. Il documento è stato approvato con alcuni emendamenti, alcuni che vedono come primo firmatario Orlando Tripodi della Lega, altri la consigliera Gaia Pernarella del M5s.
Il Piano di utilizzazione degli arenili (Pua) è uno strumento di programmazione e regolamentazione del bene demaniale per fini turistici, in un regime di compatibilità con gli obiettivi di tutela e salvaguardia dell’ambiente costiero. Tutti i comuni, ove necessario, entro 180 giorni dall’entrata in vigore del Pua regionale, devono adeguare il proprio Piano di utilizzazione dell’arenile o approvarne uno nuovo secondo le modalità indicate nel piano regionale. Si prevedere l’obbligo per ciascun comune di avere almeno il 50 per cento del fronte mare destinato a spiaggia libera o a spiaggia libera attrezzata, quindi spiagge senza preposizionamento degli ombrelloni.
Ogni comune deve definire degli ambiti omogeni e per ciascun ambito avere almeno il 20 per cento di spiagge libere.
“Ci sono norme stringenti – ha spiegato l’assessore Paolo Orneli nella sua relazione introduttiva – a cui sono tenuti i comuni con riferimento ai temi delle visuali del mare, che devono essere sempre garantite, e i Pua devono disciplinare la modalità con cui raggiungere questo obiettivo, laddove questo obiettivo non è ancora stato raggiunto, e garantire l’accessibilità con la previsione di un varco ogni 300 metri, laddove non ci sono, appunto, nei 300 metri spiagge libere che possono assolvere anche alla funzione di varco”.
Il Piano contiene una serie di regolamentazioni, che sono demandate ai Pua comunali, che vanno dal distanziamento tra gli ombrelloni ai servizi igienici, alle docce, alle caratteristiche strutturali e dimensionali dei punti ristoro e delle altre attrezzature da spiaggia. Anche le recinzioni non devono creare ostacolo alla visuale.
Nel rilascio delle concessioni pluriennali agli stabilimenti balneari, alle aree con servizi, i comuni possono decidere anche la compartecipazione dei concessionari a opere pubbliche – come la difesa della costa, i ripascimenti, la manutenzione del verde, la sistemazione del lungomare – che si considerano investimenti utili ai fini del calcolo della concessione stessa.
(ITALPRESS).

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