Comunali: M5s e Pd a bivio;ultimo pressing su Fico-Zingaretti

(AGI) – Roma, 30 apr. – Le amministrative sono solo una ‘tappa’
del percorso. Il messaggio arrivato ieri dall’evento organizzato
dal dem Bettini ha messo in allarme i parlamentari del Pd e del
Movimento 5 stelle che spingono per consolidare un’alleanza fin
da subito e non solo alla vigilia delle Politiche. “Hanno voluto
mettere le mani avanti”, il ragionamento di diversi ‘big’ di
entrambe le forze politiche.     Del resto alle ultime Regionali
l’accordo si era trovato solo sul candidato in Liguria, Sansa.
L’obiettivo di Conte e Letta e’ quello di costruire “un campo
ampio” in vista del 2023 ma da qui alla fine della legislatura
sono in tanti nel Pd ad insistere sulla necessita’ di rivedere
la legge elettorale, di puntare ovvero sul proporzionale (era il
vecchio piano del Nazareno) proprio per la difficolta’ di
stringere prima del voto un accordo con M5s, come testimonia
l’andamento delle trattative che riguardano le amministrative. 
Il quadro per le Comunali e’ sempre piu’ frastagliato e
complesso. Per il voto di ottobre le caselle piu’ delicate
riguardano Napoli e Roma. Nel giro di pochi giorni novita’
dovrebbero arrivare dal capoluogo campano. E’ il primo tassello
che sara’ composto. Il Pd in queste ore ha chiesto al presidente
della Camera Fico di sciogliere la riserva nel piu’ breve tempo
possibile. I sondaggi sul tavolo dell’ex maggioranza
rosso-gialla parlano di un vantaggio di 30 punti qualora
scendesse in campo la terza carica dello Stato.
Fico, dicono i ben informati, ci sta pensando. “Per lui sarebbe
una scelta fortemente identitaria, un messaggio d’amore per la
sua citta’ ma anche un’occasione per mettere la prima pietra
sull’asse Pd-M5s alle Politiche”, e’ il ragionamento dei
dirigenti che spingono per un’intesa.
Ieri si e’ tenuto un tavolo di coalizione del centrosinistra,
l’accordo sarebbe chiuso, ora manca di capire su chi. In pole
position ci sarebbe quindi il presidente della Camera, in
alternativa e’ gia’ pronto l’ex ministro Manfredi. L’ipotesi e’
che se la terza carica dello Stato dovesse decidere di lasciare
la poltrona di Montecitorio il favorito numero uno per
sostituirlo sarebbe Franceschini. Con un esponente M5s al
dicastero dei Beni culturali.
Il tempo stringe ma la prossima settimana potrebbe essere quella
decisiva per capire chi sara’ il dopo-De Magistris. La dead-line
in ogni caso sarebbe stata fissata al massimo per meta’ maggio.
L”incognita’ De Luca e il nodo del bilancio comunale potrebbero
non essere piu’ degli ostacoli, sottolineano altre fonti che
stanno lavorando sul ‘dossier’. Si tratterebbe di un caso unico
della storia della Repubblica: mai un presidente della Camera si
e’ dimesso per fare il sindaco. Sulla bilancia pesa il fatto che
Montecitorio e’ impegnato con decreti e leggi sull’emergenza
sanitaria e sul ‘Recovery’, ma in ogni caso Pd e M5s stanno
portando avanti il dialogo a prescindere dal nome. L’altro
capitolo che pesera’ sulla situazione politica nazionale e’
quello di Roma.

La sindaca Raggi e’ da tempo in campo.
Continua ad incontrare i presidenti di municipio, punta sulle
liste civiche a supporto e potrebbe in qualche modo contare pure -spiega un ‘big’ del Movimento 5 stelle – sul sostegno di
Casaleggio che ieri ha dato la prima traccia del futuro
dell’associazione. L’ex premier Conte sempre ieri, incontrando i
capi commissione M5s, ha annunciato che si andra’ verso una
risoluzione consensuale con Rousseau e che nei prossimi giorni
vedra’ i parlamentari per discutere dei nodi da sciogliere, a
cominciare da quello del doppio mandato e delle comunali. Il
tentativo in atto da parte del giurista pugliese e’ di farsi
dare l’elenco degli iscritti per poter essere legittimato su una
piattaforma, anche se non sara’ Rousseau.
Per il Movimento 5 stelle comunque la difesa della candidatura
Raggi resta un punto fermo. In campo poi c’e’ Calenda ma si
attende di capire quale sara’ la figura dem che sara’ ai nastri
di partenza della competizione. E’ ancora in corso un pressing
nei confronti di Zingaretti che, la convinzione dei ‘big’ del
Pd, qualora decidesse di fare un passo avanti sbaraglierebbe la
concorrenza.
Anche in questo caso il tempo sta scadendo. La settimana
prossima partira’ la raccolta firme delle primarie del Pd. In
linea teorica Zingaretti potrebbe correre per la Capitale anche
conservando la poltrona di presidente di Regione. O dimettersi
piu’ in la’, considerato che dal giorno del passo indietro
devono passare tra 45 e i 90 giorni dalle elezioni. Ma l’ex
segretario dem ha inviato anche negli ultimi giorni messaggi
netti ai vertici. Di mezzo c’e’ la pandemia, la campagna sulle
vaccinazioni e sembra molto improbabile l’ipotesi di fare in
modo che ci siano due voti diversi, uno per le Comunali, un
altro per le Regionali. Evidentemente non solo per ragioni
logistiche (occorrerebbe chiudere le scuole per due volte in
poche settimane). Il Movimento 5 stelle e’ entrato a far parte
della giunta da pochi mesi e far cascare tutto per poi
eventualmente chiedere di nuovo un appoggio per il voto e’ una
strada difficilmente percorribile.

Insomma gia’ con la presentazione dei candidati alle primarie si scioglieranno gli interrogativi nel Pd. In corsa c’e’ Gualtieri e chi tra il candidato dem e quello M5s (Raggi) andra’ al secondo turno potrebbe ottenere l’appoggio decisivo dell’altra forza politica. Pd e M5s sono al lavoro
anche su altre realta’ territoriali: a Bologna la convinzione
dei dem e’ che Lepore, qualora vincesse le primarie contro la
renziana Conti, possa poi avere il via libera anche del
Movimento 5 stelle. “Io penso che a Napoli e Bologna saremo
uniti con il M5S sin dal primo turno – ha osservato l’ex
ministro Boccia che sta girando l’Italia per provare a far
convergere M5s e Pd su candidati comuni -. A Bologna ci saranno
le primarie e l’ultimo miglio sara’ fatto con chi vincera’, non
escludo una alleanza subito dopo le primarie”.
Discorso aperto anche a Torino dove, nonostante il Pd abbia
indetto le primarie, M5s chiede ai dem di convergere su un
proprio candidato mentre a Milano Sala avrebbe fatto sapere che
se i sondaggi lo danno vincente al primo turno potrebbe trovare
subito un’intesa con i pentastellati. Il partito del Nazareno e’
al lavoro per cercare di costruire un percorso comune con M5s
anche in Europa: per lunedi’ prossimo e’ previsto
un evento dedicato alla Conferenza sul futuro dell’Europa al
quale parteciperanno, oltre il segretario Letta, anche il
ministro degli Esteri, Di Maio, oltre al sottosegretario alle
politiche Ue, Amendola, al presidente del Parlamento europeo,
Sassoli e al Commissario Ue agli Affari economici, Gentiloni.
Vanno piu’ a rilento i lavori sulle amministrative per quanto
riguarda il centrodestra. “A Roma attendiamo Pd e M5s”, dicono
da Fratelli d’Italia. C’e’ chi tra i parlamentari di Fdi non
esclude le primarie e chi, invece, ritiene che qualora
Zingaretti scendesse in campo, sarebbe schierato l’attuale
capogruppo Lollobrigida alla Regione per lasciare il campo
libero a Bertolaso per la Capitale. In realta’ per qualsiasi
scelta, pure negli altri comuni dove si andra’ a votare (a
Milano in pista Albertini, a Napoli forse il magistrato Maresca,
a Torino c’e’ gia’ Damilano), si attende il tavolo del
centrodestra e soprattutto l’incontro Salvini-Meloni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *