Governo: si apre crisi; Conte prende tempo. Renzi, si muova


(AGI) – Roma, 12 gen. – La lista dei ministri gia’ nel week end.
Renzi, dopo aver annunciato le dimissioni delle ministre
Bellanova e Bonetti, ha spiegato di essere disponibile a sedersi
per un patto di legislatura fino al 2023, cosi’ come evocato dal
premier Conte dopo l’incontro che ha avuto con il Capo dello
Stato Mattarella. E ha detto di non avere pregiudiziali sui
nomi. Ecco, per i renziani – spiega un ‘big’ di IV – il
presidente del Consiglio dovrebbe muoversi tra domani e venerdi’
per fare la sua mossa, non oltre. La mossa e’ quella del ‘Conte
ter’, anche se non ci sarebbe alcuna le garanzie, qualora non
arrivassero le risposte sui temi affrontati in conferenza
stampa. Di Maio ha sentito il premier, ha ribadito il sostegno
massimo, “si va avanti con Conte”, afferma Bonafede ma anche il
Movimento 5 stelle avrebbe invitato sotto traccia il premier
comunque a valutare la strada di un nuovo governo per evitare –
questo il timore – che si arrivi ad un esecutivo Cartabia.
Tuttavia la strada della sfida in Aula resta una delle opzioni
che il presidente del Consiglio sta valutando. Non ora. Perche’
al momento la strategia del premier, secondo quanto riferiscono
fonti parlamentari della maggioranza, e’ quella di prendere
tempo. Anche perche’ Renzi ha detto che dara’ l’ok allo
sforamento di bilancio. “E dunque ancora per un mese si puo’
andare avanti”, osserva una fonte pentastellata, “a meno che non
sia il Capo dello Stato a certificare la fine della maggioranza
e a chiedere la fiducia alle Camere”. La crisi e’ innanzitutto
una battaglia sui tempi. Il premier non salira’ al Colle questa
sera, non e’ escluso che possa farlo domani. Ma sarebbe
intenzionato per ora a ‘resistere’ e a cercare di affrontare la
crisi tentando di rilanciare sul patto di legislatura. Anche il
Pd chiede al premier di entrare in campo sui nodi da sciogliere
ma fonti parlamentari dem ancora ribadiscono che l’exit strategy
non puo’ essere quella della sfida alle Camere. Eppure al Senato un ‘big’ M5s fa i
conti: sono 92 quelli del Movimento 5 stelle, 35 del Pd, 17 del
gruppo misto comprendendo Maie e Leu. “Se si aggiungono i
senatori a vita Rubbia e Piano e i due senatori ex pentastellati
Ciampolillo e Martelli siamo a 156, ne servono altri 5″. Insomma
a palazzo Madama la caccia ai responsabili da parte del
Movimento non e’ terminata, nonostante il Pd di primo mattino
abbia fatto capire al presidente del Consiglio che quella strada
non e’ percorribile. E nonostante anche il presidente della
Repubblica abbia chiesto soluzioni chiare e che il premier Conte
abbia detto che occorre lavorare per un patto di legislatura con
la maggioranza esistente, non altre. Oggi i leader del
centrodestra si sono riuniti. Per chiedere al presidente della
Repubblica di intervenire affinche’ si prenda atto che la
maggioranza non c’e’ piu’ e per ‘parlamentarizzare’ la crisi,
cosi’ come chiede il leader di Iv, Renzi. Ma dietro l’appello al
Capo dello Stato c’e’ il timore che il Capo dell’esecutivo possa
sul serio organizzare una pattuglia di responsabili al Senato.
Per questo motivo il centrodestra che tornera’ a riunirsi domani
punta a bloccare i lavori in Aula, all’ostruzionismo ad oltranza
fin quando Conte non rassegnera’ le dimissioni. Solo dopo il
passaggio formale si aprira’ il dibattito sull’eventualita’ di
un governo di scopo (argomento che non e’ emerso al tavolo) ma
la strada maestra – ove fosse praticabile – viene considerata
quella del voto. Domani ci sara’ anche l’ufficio politico del
Pd. Zingaretti e gli altri ‘big’ dem hanno criticato la mossa di
Renzi. Ma tra i dem si sottolinea che l’unica possibilita’ per
uscire dall’impasse sia quella della crisi pilotata, altrimenti
il rischio e’ che “salti tutto”, come afferma Zingaretti. E che
ci sia il voto.

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