I PROGETTI RADICI DI COMUNITA’ E TUTTI A SCUOLA CONTRO LA DISPERSIONE SCOLASTICA

Nonostante le difficoltà, di ogni genere che non sto a dettagliare, ma grazie all’impegno di tutti gli operatori volontari e degli enti rappresentati( 64 in tutta la regione, AUSER, ACLI, Caritas, Cammino, Fantasticart, Progetto 2000, CESV, Pontireti, Comune di Latina nella nostra città) anche grazie alla disponibilità offerta da alcuni istituti scolastici ma soprattutto dalla Parrocchia di San Luca, il progetto sta proseguendo per poi concludersi nel prossimo anno.
La ragione di questo intervento sociale e di altri che andranno con urgenza nella stessa direzione , è che sta aumentando il numero dei giovani e giovanissimi che abbandonano la formazione scolastica, compresa
quella dell’obbligo.
Le ragioni sono state individuate nell’aumento della povertà economica delle classi medio basse e nella mancanza di strutture e di opportunità territoriali che possano essere di sostegno alle famiglie .
Una mancanza di cui lo stato non sembra ancora intenzionato a farsi carico e attualmente le famiglie hanno pochi o pochissimi aiuti che possano supportare il percorso formativo dei loro figlioli in difficoltà.
Una delle ragioni, se non la prima, per cui fare figli nel nostro paese è faticoso.
Ci pensa, anche in questo caso come in altri, il terzo settore ovvero noi , tutti quelli che offrono parte della propria vita e la propria preparazione, a supplire le lacune, a volte molto gravi, dello stato.
Gli slogan si susseguono agli slogan e tutto si risolve con qualche finanziamento risicato ma tanto i volontari non necessitano di molto, anzi spesso ci mettono del loro.
Però va fatta anche una profonda autocritica , proprio a quel mondo che è sempre solerte ed attivo e con il quale, se il loro operato fosse messo a valore in modo strutturato, il PIL della nazione sarebbe tra i più
invidiabili del continente europeo.
Mi ci metto anche io e aggiungo anche quelli che come me non hanno mai confuso i ruoli e le priorità da difendere ma è fuor di dubbio che una delle ragioni di questo abbandono scolastico dei nostri ragazzi, a
mio modo di vedere, è che abbiamo assistito inerti, quando non complici, al progressivo decadimento dell’immagine e del ruolo della scuola nella società.
Abbiamo assistito, spesso impassibili, alla degradazione della funzione sociale della scuola e delle sue figure.
I genitori arrivano a picchiare e minacciare gli insegnanti.
Abbiamo prestato l’ attenzione sbagliata, quando non addirittura sostenuto , alle voci squillanti di cattivi maestri che hanno diffuso l’idea che ciò che ci insegnano è camuffato, è frutto di una scelta di governo, che
la medicina è una scienza al servizio delle multinazionali, che la storia non ce la raccontano, che forse anche
la geografia è un artifizio, che le vaccinazioni sono un complotto, che non è vero quasi nulla di quello che sappiamo e abbiamo dato corpo e potere politico a chi ha sostenuto questo racconto e queste false verità,
davvero poi siamo gli stessi che invece ci sorprendiamo della poca attenzione che diversi nuclei familiari pongono alla formazione scolastica dei loro figlioli?
La povertà educativa non la genera solo lo stato con le sue carenze ma è anche frutto del “non sapere” che noi stessi abbiamo contribuito a diffondere.
Non è generata solo da condizioni evolutive della società che provocano anche abbandono e degrado.
E’ alimentata anche da noi quando, per desiderio di cambiamento, mettiamo la toppa peggio del buco.
Io credo che dovremmo fare tutti un’inversione di pensiero e di azione.
Dovremmo ripudiare un approccio sconsiderato verso il sapere e le sue espressioni tornando a valutare che in tutte le società in cui c’è un profondo disagio economico e sociale il primo obiettivo voluto da tutti è la
scuola, l’insegnamento e la crescita intellettuale e formativa.
Quando il nostro era un paese povero la prima della ambizioni era quella di far studiare i propri figli e non quella di mettere in discussione l’insegnamento, tutt’altro.

Se non avremo noi per primi un atteggiamento sicuro e certo verso questo aspetto fondamentale della crescita e della stabilità della nostra società allora non dobbiamo meravigliarci che le nostre periferie
resteranno ancora più isolate, con ancora più famiglie che non crederanno utile e necessario mandare a scuola i propri figlioli.
Agostino Mastrogiacomo
Presidente Acli Terra di Latina

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