DRAGONBALL

Non solo un cartone animato
Tutti almeno una volta abbiamo provato a creare tra le nostre mani un’onda energetica per scagliarla contro i nostri nemici in una fantasmagorica battaglia all’ultimo sangue. Tutti almeno una volta abbiamo provato ad alzare due dita e far saltare in aria il palazzo circostante alla nostra dimora per dimostrare di essere il più forte. E tutti almeno una volta abbiamo provato a teletrasportarci da un posto all’altro in pochissimi millesimi o, ancor meglio, a trasformarci nello strabiliaaaante Super Saiyan.
La storia di questo capolavoro animato la conoscono tutti, tra social e bizzarre storie avvincenti create dal geniale Akira Toriyama, illustratore e scrittore del Manga, portano tra i lettori le vicende che i personaggi principali devono affrontare. Chi ama l’ingenuo ma impavido Goku, chi impazzisce per l’orgoglioso principe dei saiyan, Vegeta e chi invece va matto per la pacatezza e serietà del nostro amato Namecciano, Junior.
Esistono però molti segreti sotto lo sfondo avvincente e alcune volte violento del nostro cartone animato preferito, segreti che forse alcuni non hanno mai appreso con chiarezza o forse non hanno mai osservato con la stessa attenzione. Probabilmente l’emozione della prima trasformazione di Goku o quella di Vegeta contro il cyborg 19 ha totalmente annebbiato alcuni aspetti che nelle precedenti o future saghe, in ambiti molto concreti e travestiti, hanno cercato di insegnare.
Nella stessa saga, infatti, durante lo scontro avvenuto tra Gohan e il micidiale Cell nella sua forma perfetta, tutti i lettori del manga al tempo e gli spettatori della tv oggi, sono rimasti letteralmente impressionati e sbalorditi dalla forza incredibile del figlio di Goku che a quel tempo era solo un ragazzino. Egli infatti divenne il più forte dell’universo grazie al suo potere del SuperSaiyan di secondo livello. Nonostante l’impellente desiderio di sconfiggere l’Essere Perfetto però, Gohan cominciò ad esitare collocando nei cuori dei suoi amici paura e confusione. Questo portò, come tutti sanno, al sacrificio di suo padre che divenne uno dei più emozionanti momenti nella storia di DragonBall. Tutto questo, ad ogni buon conto, potrebbe avere un piccolo segreto in sottofondo. Ciò che Akira Toriyama ha disegnato e proiettato nelle case di tutto il mondo potremmo anche vederlo come un insegnamento per la realtà che ci circonda. Quanti sono i genitori che dovono pagare gli errori dei propri figli quando questi commettono atti insensati o poco ortodossi? Molto spesso l’orgoglio e la sfacciataggine dei ragazzi mettono in difficoltà gli adulti che devono prendersi le responsabilità dell’accaduto. Un bulletto di un istituto, ad esempio, è il tipo di dimostrazione più eclatante per sperimentare quanto un genitore debba sacrificarsi a causa del mancato buon senso di suo figlio, dovendo quindi affrontare, nei casi più gravi, insidie in un tribunale o contro i parenti del “perseguitato”.
Come si suol dire, “dagli errori si impara”. Ma meglio evitare di sacrificare qualcun altro per la nostra dissennatezza o imprudenza.
Il mondo di DragonBall però, fantastico com’è, riesce sempre a strapparci un sorriso grazie anche alle possibilità donate ai defunti di tornare nel mondo dei vivi anche se con un’aureola dorata sulla testa.
Tornando al nostro impavido e giovane Gohan, nonostante fosse diventato il più forte dell’universo, indubbiamente anche più di Freezer, egli aveva paura di sua madre Chichi che, come al solito, lo costrinse a tornare sui libri di scuola.
Qui entra in gioco anche un altro fattore che il geniale Toriyama ha voluto insegnare. Dopo le fantastiche avventure di DragonBall Z e le vicende emozionanti di DragonBall GT, il Gohan che tutti conoscevano scomparve completamente nella nuova saga di DragonBall Super. Molti si erano lamentati del cambiamento del ragazzo e molti speravano tornasse come il vecchio ragazzino che sconfisse l’Essere Perfetto. Tuttavia le gesta di Chichi di far diventare suo figlio Albert Einstein hanno un fondo di insegnamento che forse con un cartone animato importante come questo potrebbe aiutare molti ragazzi a vedere la scuola in modo diverso : La Cultura rende liberi. La cultura spaventa gli altri. La cultura vince sull’ingnoranza
DragonBall insegna che se si vuole ottenere qualcosa bisogna combattere per averla, così come il nostro amatissimo Goku che si spinge oltre la gravità della Terra per ottenere la forza che desidera. Ma questo cartone animato insegna anche che senza lo studio e senza una formazione adeguata non conosceremo mai ciò che ci circonda, neppure le parole descritte alla perfezione su un vocabolario. Ricordiamo tutti quando Chichi rammentò al suo amato saiyan, negli episodi dopo il torneo della prima serie, che le aveva promesso di sposarla. Ciò che più ci fece ridere era proprio l’ignoranza di Goku nel chiedere al suo migliore amico, Crilin, cosa significasse la parola “consorte”. Questo è una riminiscenza assai divertente, ma ci fa capire quanto lo studio sia importante per evitare di rimuginare nell’ignoranza sopratutto per le cose più basilari.
Un ultimo aspetto doveroso da far notare è la profonda amicizia che unisce Gohan e Junior dalla seconda serie in poi che ha fatto emozionare milioni di persone, ragazzi e ragazze. Nella vita reale, quella che ci circonda, molto spesso dichiariamo un individuo discordante o repellente solo perché è di un’etnia diversa, di razza differente dalla nostra o perché il colore della pelle non rispecchia la nostra personalità. Junior e Gohan insegnano che queste ostilità, avversioni e disprezzi verso qualcuno con gusti e costumi diversi dai nostri non devono esistere. Molto spesso l’amicizia che può nascere tra due individui di stessa etnia potrebbe essere più debole rispetto all’affetto e alla stima tra due persone totalmente differenti, forse proprio perché ognuno dei due ha da insegnare all’altro.
Stessa sorte d’insegnamento nasce tra il principe dei saiyan Vegeta e la sua adorata mogliettina Bulma. Probabilmente questa coppia ha più valore di quanto si pensi sia negli affetti che nell’amore. Vegeta è fin troppo orgoglioso sia con sé stesso che con gli altri ma quest’ultimo mette da parte questa emozione per il bene di tutti e per evitare la lontananza dei suoi cari.
Nella vita reale, infatti, molto spesso per il proprio orgoglio ci si dimentica che restando sulle proprie opinioni e obiezioni potremmo rischiare di perdere le persone che amiamo e che ci amano solo per guadagnare quella ragione che ci fa sentire più forti e consapevoli, nella nostra ignoranza, di aver ottenuto una vittoria sbagliata.
Come detto prima, DragonBall non è solo un cartone animato. Forse è proprio grazie ai suoi insegnamenti che i giovani possono trovare la bellezza in quelle cose apparentemente noiose o fin troppo faticose. Ma dopotutto il geniale Akira Toriyama ha fatto un ottimo lavoro per rendere questo mondo, anche se di poco, un posto migliore.
Giulia Mariniello

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